00:00 18 Dicembre 2009

La tecnologia distrugge la cultura?

Siamo invasi da strumenti sempre più sofisticati che richiedono continui sforzi di aggiornamento per rimanere al passo con i tempi. Ma non stiamo facendo autogol?

Non c’è solo il bombardamento mediatico, quella televisione che ci cattura e ci impigrisce ogni giorno. C’è anche e soprattutto lo sforzo per rimanere al passo con i tempi nel mondo del lavoro. Una volta ti presentavi ad un colloquio e ti dicevano: “sai scrivere a macchina? Sai parlare al telefono? Sai far di conto?”.

Il punto forte del tuo curriculum era la conoscenza della lingua. Oggi no: oggi devi avere confidenza con i principali software presenti sui pc: excel, word, power point, programmi di grafica, devi saper gestire al meglio la posta elettronica. Poi ci sono le varie form, una sorta di piattaforma in cui inserire decine di dati. Tutto viene sempre più automatizzato ma per completare le operazioni occorrono passaggi delicati, se li sbagli sei fritto.

Ma non finisce qui: il cellulare…Quando te ne regalano uno nuovo è una tragedia. Il telefono dovrebbe servire a telefonare, punto e basta. Invece no: duemila opzioni da studiare negli appositi manualetti. “ma no che è intuitivo ti dicono”, di fatto non si capisce niente.

Poi ecco il DVD: finchè ci vedi il film tutto bene, ma quando lo devi usare per registrarci su qualcosa cominciano i problemi. Perchè un formato non è uguale all’altro e ne esistono almeno 4.

Vai a votare e si sono inventati il voto disgiunto: hai voglia a spiegare alla vecchietta che può dare la preferenza ad un candidato e mettere la croce su un altro simbolo.

Compri una macchina: altre duemila funzioni con libretti di 300
pagine da memorizzare.

E poi arriviamo all’ambito meteorologico; nel nostro lavoro devi sapere tutto, la disciplina è sempre più vasta: analisi delle carte, strumentazione, geografia, microclimi, climatologia, geologia, cambio climatico, astronomia, ambiente, fenomeni atmosferici, modellistica e previsioni stagionali, indici. E ogni giorno escono libri sull’argomento e devi consumarti a leggerli.

E poi c’è la famiglia, laddove esiste, e bisogna ottemperare tutti gli obblighi di marito e/o di padre.

Il bello è che su qualsiasi argomento culturale, dal religioso, all’artistico, al letterario, che facevano parte comunque della tua educazione giovanile, scopri di sapere sempre meno, di non ricordati più chi ha scritto i Malavoglia, chi ha detto “Tu uccidi un uomo morto”, ma non solo, scopri di non ricordarti più la formula dell’area del triangolo o del trapezio.

Non è solo vecchiaia, è stress da tecnologia…
Autore : Alessio Grosso