00:00 12 Luglio 2007

Un’ escursione al Parco Nazionale del Gran Paradiso

Quando la natura dà spettacolo...

Il nostro Pianeta, per fortuna, grazie ad incompatibilitá climatiche ed ambientali per la razza umana, ha preservato zone inalterate dallo sviluppo industriale ed urbanistico.

Grazie allo sforzo della Guardia Forestale ed Enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente, anche il nostro Paese ospita molte riserve naturali tra le quali il Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Il Parco, istituito nel 1922, si estende per 70.000 ettari a cavallo tra Piemonte e Valle d’Aosta.

Caratterizzato da un ambiente tipicamente alpino, il parco vanta
suggestive valli di origine glaciale, imponenti massicci montuosi
tra i quali emerge il Gran Paradiso, che con i suoi 4061 m.s.l.
si colloca tra le vette piú alte d’Italia.

Simbolo del Parco lo stambecco, con le sue maestose corna ricurve, il camoscio, la marmotta, l’ermellino, l’aquila reale sono tra gli abitanti della riserva oltre che a svariate specie vegetali, dal larice, (unica conifera a perdere gli aghi in autunno
capace di vivere in ambienti estremi e crecere sulla roccia nuda),
la famosa stella alpina, il giglio di monte e svariati fiori d’alta
quota.

Il nostro itinerario parte da Ceresole Reale, caratteristica localitá alpina che sorge sulle sponde di un’invaso artificiale a 1620 m.s.l. in Val di Locana, nell’alta valle dell’Orco tristemente celebre per l’alluvione del 2000.

Meta turistica per appassionati di treking e Wind-surf, la localitá
é rinomata per le sue sorgenti d’acqua minerale dalle caratteristiche curative con altissimo contenuto ferroso.

Seguendo la strada che costeggia il lago, entriamo nel territorio
protetto del parco dove ci si puó imbattere, specialmente alle prime luci dell’alba, in volpi, marmotte e qualche predatore alpino.

Dopo un primo tratto di strette gole, rocce a strapiombo e molti
tornanti, dove è possibile individuare branchi di camosci e qualche stambecco, si apre alla nostra vista un’ampia vallata con evidenti
tracce dell’ultima glaciazione. Siamo giunti al Col del Nivolet.

Il passo situato a 2620 m.s.l. é posto sul confine tra Piemonte e
Valle d’Aosta, a pochi chilometri dal confine francese. Granito levigato e plasmato in curiose forme dalla possente mano del ghiacciaio che occupava la valle, fa da sfondo ad immensi prati costellati, nel breve periodo estivo, da migliaia di varietá di piante e fiori dai colori cangianti.

Durante il periodo invernale il passo é chiuso e raggiungibile a piedi con attrezzatura alpinistica.

Il paese di Ceresole nei mesi freddi sembra emergere dal mare di ghiaccio della vicina diga che svuotandosi lentamente crea fantastiche fratture e crepe che danno origine con il loro lento movimento a cupi ed inquietanti boati. Cosí le cascate ed i torrenti si trasformano in autentiche opere d’arte scolpite dal tempo e dal gelo. Sembra quasi che l’inverno per la montagna sia un periodo di meritato riposo ed intimitá, protetta sotto la neve dalle sempre piú consistenti ed invadenti masse turistiche del periodo estivo, incuranti dell’ecosistema alpino, cosí grande ma anche cosí fragile.

Purtroppo, vi sono forti interessi regionali e locali che tendono ad ostacolare una piu severa regolamentazione del flusso e comportamento turistico ormai al collasso.
Autore : Luca Savorani