00:00 11 Maggio 2002

Scoprire AMALFI: la gemma della penisola sorrentina

Non sapete dove andare nel fine settimana? Ecco una meta affascinante e tipicamente mediterranea.

Una delle Repubbliche marinare, Amalfi, conserva a tutt’oggi uno splendore unico che la rende la perla della penisola sorrentina, sbocco naturale della pittoresca valle dei Mulini nel golfo di Salerno.

La città cominciò a svilupparsi sotto il duca bizantino di Napoli e divenne ben presto un nodo fondamentale per il commercio tra l’Impero d’Oriente e l’Italia meridionale. Amalfi si costituì repubblica indipendente intorno all’850 e nel X secolo conobbe uno straordinario sviluppo economico. Cominciò a decadere con la sottomissione ai Normanni, introno al 1070 e passò poi al Regno di Sicilia. Finché, nel 1343, il porto venne distrutto per cause naturali, sentenziando il definito declino della splendida città.

Eppure Amalfi non ha mai perso il suo particolare fascino che l’ha fatta decantare da scrittori e poeti, e ad oggi è il centro più famoso dell’omonima costiera, meta di un turismo d’élite esigente e sofisticato.

Verso la seconda metà del XIX secolo, Amalfi, e la sua Costa, sono “scoperte” dai grandi viaggiatori tedeschi ed inglesi. Esplode la moda del Grand Tour romantico, attirato dalla natura inviolata e dai costumi della popolazione. Amalfi si prende la sua rivincita, tornando al centro della vita culturale, artistica ed economica europea.

Disposta ad anfiteatro davanti al mare, la città è dominata dalla cattedrale di Sant’Andrea, costruita in forme gotiche e rimaneggiata nel ‘700.
Originaria del 1066 è la possente porta bronzea, fabbricata a Costantinopoli.
Da visitate il celeberrimo chiostro dei Cappuccini, duecentesco, con la magnifica loggia fiorita. Da questo punto si gode una panoramica unica su Amalfi e sulla sua costa.

Meritano una visita anche le storiche rovine dell’Arsenale della repubblica, unico esempio di cantiere navale meridionale.
Nel Museo Civico è possibile ammirare la famosa Tavola di Amalfi, antico codice di diritto marittimo.

A cura di www.marcopolo.tv
Autore : Redazione