00:00 20 Settembre 2006

Quali sono le migliori condizioni meteo per la nascita dei funghi?

Una breve guida per capire quando è consigliabile avventurarsi nei boschi con la speranza di tornare a casa con i cestini colmi di prelibatezze.

E’ autunno! E’ tempo di assaporare i frutti della terra, quello che la Natura ha lentamente costruito nel corso della primavera e della calda estate per poi offrircelo in tutta la sua bontà a partire da fine agosto e settembre; stiamo parlando dei mirtilli, dei lamponi, delle fragoline di bosco, ma soprattutto dei funghi.

Eh si, in effetti noi non ce ne accorgiamo, ma nel corso della stagione calda e secca il micelio (per capirci, la “pianta” del fungo) sonnecchia nel sottosuolo in attesa di tempi migliori, ma non è totalmente inattiva, anzi accumula lentamente energie per poi esplodere a partire da settembre; è un po’ quello che succede a noi quando dormendo cerchiamo di ricaricare le nostre forze per poter essere al meglio nella giornata successiva.

In realtà le specie fungine sono migliaia e possono presentarsi in tutte le stagioni a seconda delle particolari caratteristiche del micelio, tuttavia la stragrande maggioranza di esse preferiscono l’autunno per uscire allo scoperto; come mai? Perché nella nostra Penisola in generale l’autunno è la stagione delle piogge, quel periodo in cui il terreno, acido, basico, poroso o argilloso che sia, si arricchisce di sostanze nutritive che possono alimentare alberi, piante o semplici arbusti; ecco che allora i funghi, in particolare i simbionti (quelli che sopravvivono grazie alla collaborazione ed allo scambio di energie nutritive con gli alberi), possono finalmente uscire dal terreno per poter veicolare le spore (i semi) lontano dal luogo dove è nato il carpoforo, cioè il fungo che noi solitamente raccogliamo (il frutto del micelio).

Quindi la condizione fondamentale per la nascita di molti funghi è la pioggia abbondante; è però preferibile che ci sia pioggia debole, fitta e continua, al posto di intensi e ripetuti acquazzoni, perché nel secondo caso innanzitutto l’acqua non penetra in profondità nel suolo, e poi le sostanze nutritive superficiali vengono dilavate senza poter essere catturate dalle piante e dal micelio.

Ma non basta; nella maggior parte dei casi il fungo nasce solo se nei giorni precedenti (una o due settimane in genere) la temperatura non è scesa al di sotto di una certa soglia, variabile da specie a specie; ad esempio i porcini nascono in abbondanza solamente se la temperatura non è scesa sotto i 15°C per troppo tempo, mentre i cimballi (Tricholoma Nudum è il nome latino), ottimi da cucinare in salsa, possono resistere anche a temperature inferiori agli 0°C o addirittura sotto una coltre nevosa per giorni e giorni!

Anche il vento ha la sua importanza; il carpoforo del fungo infatti è composto di acqua per una notevole percentuale in peso, quindi se soffia un forte vento secco (Tramontana, Grecale, Bora o Maestrale) per più di 2-3 giorni, esso rischia di disidratarsi rapidamente, perdendo gran parte delle sue caratteristiche di commestibilità.

E’ anche vero che per una buona essiccazione dei porcini occorre aria secca, quindi se vogliamo si va incontro ad un paradosso; in verità per avere un ottimo rendimento dal processo di essiccazione è sufficiente sperare che il tempo sia mite ed umido al momento della raccolta, e subito dopo qualche giorno arrivino cielo sereno ed un po’ di vento secco.

Ricapitolando, per poter tornare a casa con il cesto colmo di funghi in autunno è preferibile sperare in 10-15 giorni di tempo umido e molto mite, con frequenti episodi di pioggia debole o moderata, ma anche con poco vento.
Autore : Lorenzo Catania