00:00 30 Maggio 2001

Il Monte Rushmore ha resistito al capricci del tempo

L'orgoglio americano scolpito nella roccia

Era l’anno 1923 e Doane Robinson, segretario della State Historical Society Of South Dakota, ebbe un’idea per attirare i turisti nella regione: scolpire nel granito delle colline enormi statue dei capi indiani e degli esploratori che avevano segnato la storia delle Black Hills.

Per studiare il progetto venne inviato sul posto Gutzon Borglum, noto scultore americano dell’epoca. Borglum colse subito l’occasione, ma non tenne propriamente fede al progetto di partenza: liquidò capi indiani ed esploratori, e li sostituì con i presidenti più amati d’America.

Ci vollero 17 anni di lavoro, un milione di dollari dell’epoca e la fatica di 400 operai. Ma il 31 ottobre 1941, i volti di George Washington, Thomas Jefferson, Abramo Lincoln e Theodore Roosevelt emersero dalle pendici del Monte Rushmore.

Fu un successo monumentale.

Oggi chiunque si senta un vero americano ama questa scultura. Si potrebbe sollevare qualche obiezione sulla felicità della scelta del luogo: quelle Black Hills che furono il cuore della nazione Lakota; o sull’effettivo valore artistico dell’opera.

Ma questo importa poco agli americani, questa è la “Shrine of Democracy”, il santuario della democrazia, la meta di un pellegrinaggio obbligato da compiere almeno una volta nella vita, magari quando sono i Presidenti sono incappucciati dalla neve.

A cura di www.marcopolo.tv
Autore : Redazione