00:00 20 Aprile 2004

Il mare può darci energia elettrica

In Inghilterra, il flusso delle maree viene impiegato per azionare delle turbine.

Ogni giorno, lento ma inesorabile, il livello del mare sale e poi discende di molti cm. È il ciclo naturale delle maree, azionato principalmente dall’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna e dai venti. Chi abita a Venezia a volte ne paga anche i disagi, specie in occasione di forti sciroccate, quando l’Acqua Alta raggiunge e supera il metro d’altezza.

In Europa c’è chi ha già pensato come poter ricavare dell’energia elettrica da quell’andirivieni di tutta quell’acqua. Si tratta dell’Inghilterra, più precisamente del Devon, dove sta per essere messa in funzione la prima turbina elettrica commerciale le cui pale siano mosse dall’acqua di mare. Lungo le coste degli oceani il fenomeno delle maree è più forte rispetto a quanto accada nel Mediterraneo, tanto da riuscire ad azionare dei rotori di 15m di diametro simili a quelli già impiegati per l’energia eolica. Rispetto ai mulini a vento, quelli sottomarini hanno delle turbine più piccole, perché la densità dell’acqua è di 2-4 volte superiore a quella dell’aria e dunque in grado di esercitare la stessa forza su una superficie minore.

La capacità dell’impianto è di 300 KW e l’energia prodotta viene poi trasportata con un cavo sottomarino di circa 1km. Queste installazioni vengono poste a circa 3km dalla costa ed hanno una struttura ad “iceberg”: il pilone che le ancora al fondale sporge solo di alcuni metri ed il grosso del meccanismo è sott’acqua.

Numerosi i vantaggi di questa fonte di energia rinnovabile: l’impatto ambientale è praticamente nullo visto che da riva non si vede niente; l’ecosistema marino non subisce alcun danno dato che le eliche girano lentamente e silenziosamente; non c’è inquinamento. Inoltre, le maree hanno un elevato grado di predicibilità e regolarità anche in assenza di vento.

Si è calcolato che se queste turbine idroelettriche venissero usate in tutto il Regno Unito, si produrrebbero circa 10 GWatt di energia, circa la metà di quella fornita dalle centrali nucleari di tutto il Paese.

Per realizzarle sono stati utilizzati i finanziamenti dell’UE e del ministero britannico del Commercio e dell’Industria: come si fa a non pensarne un impiego anche in Italia?
Autore : Simone Maio