00:00 14 Settembre 2012

Quando sulle Alpi soffia il vento da nord

I venti provenienti da settentrione interessano maggiormente i versanti esteri della catena alpina. Esiste però uno svariato ventaglio di varianti dovute alla direzione di provenienza delle correnti e alle loro caratteristiche termodinamiche, con tanto di accelerazioni anche notevoli, come nel caso del famoso vento di Foehn.

 Le situazioni che prevedono l’arrivo di correnti settentrionali sulle Alpi presuppongono la presenza di un anticiclone sull’Atlantico, preferibilmente (ma non necessariamente) sbilanciato verso le latitudini medio-alte, e di una conseguente saccatura proiettata dalla Scandinavia verso i Balcani.

In queste condizioni i flussi che raggiungono il baluardo alpino provengono da nord o da nord-ovest e possono trasportare aria polare o artica, nel primo caso piuttosto umida di origine oceanica, di elevato spessore troposferico, foriera di precipitazioni soprattutto lungo i versanti esposti, ossia quelli esteri, ma anche su quelli italiani, specie su alta Lombardia e Triveneto. Nell’altro caso si tratta di aria più secca, con drastici effetti sul calo termico, ma più modesti sul lato precipitativo su entrambi i versanti.

Diverse anche le conseguenze stagione per stagione: i fronti freddi estivi che raggiungono a volte le Alpi possono portare situazioni temporalesche anche piuttosto serie e diffuse anche su tutto il versante sud-alpino, mentre durante l’inverno i fenomeni possono limitarsi a qualche spruzzata di neve portata da nord lungo le creste di confine.

Stiamo parlando di vento da nord: ebbene sembrerà un paradosso ma le raffiche più intense non le ritroveremo lungo i versanti esteri, quelli più esposti, ma su quelli italiani, che dovrebbero rimanere al riparo. Per quale motivo? I motivi sono due, entrambi facilmente intuibili, uno di natura dinamica, l’altro termica.

Quando la massa d’aria che giunge da nord incontra l’arco alpino tende ad addossarsi ai versanti settentrionali spingendo contro di essi: la pressione lungo i versanti nord-alpini aumenta e cala su quelli padani. Non potendo naturalmente "spostare" le montagne, la massa d’aria crescerà poi in spessore fino a quando, raggiunte le frastagliate linee di cresta, verrà risucchiata a forza verso sud per colmare il forte sbalzo di pressione nato tra i due versanti. Ecco da dove deriva la forza del vento.

L’aria che arriva da nord inoltre è per la maggior parte delle volte fredda, per questo motivo pesante e tende a manifestarsi come vento discendente. Questo causa un effetto di compressione tipico del vento di Foehn il quale porta un gran sereno ma non modifica le caratteristiche della massa d’aria originaria. Il vento dunque striscia e rimbalza lungo le asperità dei suoli, valli, punte, cime, passi, ma anche a causa della diversa distribuzione della temperature che incontra, diventa rafficato e interessa anche i versanti che dovrebbero rimanere riparati, magari per mezzo di improvvisi rotori di vento contrario.

Una situazione insidiosa che si cela magari dietro uno splendido cielo terso. A volte solo i suggestivi altocumuli a forma di lente o frange irregolari di cumuli mossi dal forte vento ci suggerisce a cosa andremo incontro se saliremo di quota sulle nostra splendide montagne.

 

Autore : Luca Angelini