00:00 1 Ottobre 2013

Quali sono i protagonisti del panorama meteorologico italiano?

Su questo articolo descriviamo quelli che sono i principali protagonisti del tempo che sovente influenzano sia il bacino del Mediterraneo (e quindi anche l'Italia) sia il resto del continente europeo. Tutti assieme concorrono a regalarci quella che è l’incredibile variabilità di sfumature e caratteristiche del nostro clima.

Data la sua particolare posizione, il clima italiano rappresenta un vero e proprio laboratorio di realtà climatiche. Questa grande varietà climatica è determinata sia dalla presenza di una geografia molto articolata, sia dall’influenza di alcune importanti figure bariche che qui sul nostro Paese possono trovare un punto ideale di incontro.

In quale modo le figure bariche “plasmano” il clima del nostro Paese?

Ogni singolo anno che trascorre, l’avvicendamento dei protagonisti della nostra atmosfera descrive ogni volta un percorso diverso. Così facendo ogni anno acquista una caratteristica particolare che rende le singole stagioni uniche e mai ripetibili. In questo senso il clima che influenza altre regioni del pianeta risulta senza dubbio assai monotematico, proponendo spesso uno stesso palinsesto con poche o nulle variazioni da un anno all’altro. Basti pensare ai climi caratteristici delle aree desertiche oppure dei settori a clima tropicale umido. Spostandoci verso le alte latitudini settentrionali, l’apparente mutevolezza delle condizioni meteorologiche presentano in realtà uno stesso direttore di retroscena, con un tempo che è in grado di proporre una variabilità che in realtà è recitata sempre dagli stessi attori.

Quali sono le principali figure bariche protagoniste del tempo italiano ed europeo?

Anticiclone delle Azzorre: questa figura barica rappresenta forse uno degli elementi più influenti della scena atmosferica europea e mediterranea. Durante l’estate favorisce l’arrivo di stagioni caratterizzate da caldo generalmente più tollerabile ma talvolta associato ad elevati valori di umidità relativa. Durante l’inverno quando tende ad elevarsi verso le elevate latitudini settentrionali, può favorire la formazione di blocking con conseguente importante raffreddamento del continente Europeo. Una forte attività delle depressioni legate alla Semipermanente d’Islanda può invece portare ad una sua distensione sin nel cuore del Mediterraneo anche nel pieno della stagione invernale, portando di conseguenza inverni miti, caratterizzati da scarse precipitazioni e totale assenza episodi freddi invernali.

 

Anticiclone Africano: fascia di alta pressione di natura termica che si origina al di sopra dei vasti deserti sahariani. L’anticiclone africano all’origine è formato da una depressione termica, cioè una zona occupata da aria estremamente calda che essendo più leggera tende ad essere caratterizzata da bassi valori di pressione atmosferica. Questo anticiclone è risultato spesso il protagonista assoluto delle estati made “anni 2000’”.

 

Anticiclone Russo – Siberiano: si tratta di una zona d’alta pressione di tipo termico, provocata cioè dal peso dell’aria estremamente fredda che staziona durante l’inverno sulle steppe eurasiatiche. E’ sempre stata la figura anticiclonica tipicamente associata agli episodi invernali più duri che si ricordino, sia in Europa che in Italia. Da un punto di vista "strutturale", questo anticiclone non presenta alcuna rispondenza tra quelli che sono i valori di pressione al suolo, e quello che invece accade alle quote superiori. L’anticiclone Russo – Siberiano infatti, alle quote superiori è caratterizzato dalla presenza di una depressione (solitamente dalle origini artiche) che riversa aria fredda dalle alte quote atmosferiche verso il suolo.

 

Depressioni artiche: importanti depressioni che durante la stagione invernale possono influenzare il tempo dell’Italia portando alcune importanti fasi di freddo, accompagnate spesso da frequenti manifestazioni di instabilità con neve che può arrivare a bassa quota anche su località insolite.

 

 

Depressioni atlantiche: questa categoria di depressioni risultano alimentate dall’aria fredda proveniente dal comparto canadese o dalla Groenlandia. Rappresentano spesso il volto più tiepido e mite dell’inverno. Durante la stagione fredda infatti, l’arrivo di queste masse d’aria ricacciano lontano dall’Italia l’influenza fredda portata dalle masse d’aria continentali o scandinave, portando una mitigazione delle temperature. Durante l’estate l’arrivo di una perturbazione atlantica da ovest determina invece un break alla calura portata dall’innalzamento delle fasce subtropicali, creando refrigerio.

 

 

Autore : William Demasi