00:00 23 Luglio 2013

Nel regno dell’anticiclone nord-africano

La figura del sole e del caldo per antonomasia si può presentare all'appello inizialmente accompagnato da una banda di nubi alte e sottili e congedarsi con banchi nuvolosi a sviluppo verticale senale premonitore di prossimi temporali.

Arriva l’alta africana, sole e caldo intenso per tutti. Attenzione però, la nascita, l’evoluzione e la fase di decadenza del mostro del bel tempo segue un iter che non sempre è fatto di solo sole.

Fisicamente il suo sviluppo avviene a monte per contributo dinamico operato dal ramo ascendente della Corrente a Getto Polare quando la stessa, per bilancio di massa, sprofondi verso latitudini subtropicali, oppure dal ramo ascendente della Corrente a Getto Subtropicale, quando la stessa si elevi in modo anomalo verso nord.

Ora, queste manovre creano un aumento dello spessore atmosferico a valle dell’asse anticiclonico. Sulle nostre teste l’avvezione di aria molto calda in quota si evidenzia con la formazione di estesi ma poco coerenti banchi nuvolosi medio-alti, in particolare cirri e cirrostrati, che ruotano insenso orario tradendo la curvatura anticiclonica delle correnti portanti. Cieli poco azzurri, velati, ma comunque tempo abbastanza soleggiato, e una cappa di caldo in aumento, sono dunque il sintomo dell’avvento di una fase anticiclonica nord-africana.

Ma il nostro ciclope evolve: nell’imminenza di passaggio dell’asse, fase di massimo fulgore dell’alta pressione, il fronte dell’aria calda in quota è ormai avanzato e i moti discendenti prevalgono nettamente tanto che i cieli divengono del tutto sgombri da nubi. Questo fenomeno, noto come subsidenza, riesce perfino ad inibire la cumulogenesi pomeridiana sui monti. Ne risulta un’ulteriore accentuazione del caldo per compressione (l’aria scendendo si scalda).

Ma tutto ha un inizio e una fine. Quando il nostro anticiclone invecchia e depone il suo asse a levante rispetto alla nostra posizione, ecco che si avvicinano nuove nubi. Il caldo è ancora il protagonista assoluto della scena, ma la subsidenza non è più molto intensa ed ecco che iniziano a svilupparsi i primi canali di aria ascendente.

Ne sono testomonianza banchi nuvolosi a quote medie, in particolare altocumuli che, per il loro sviluppo verticale sono noti come "castellani". L’evoluzione successiva vede un’intensificazione delle correnti sud-occidentali a curvatura che da anticiclonica diviene ciclonica. In quota si avvicina il core ascendente della Corrente a Getto, che a breve ci troveremo sopra la testa e che crea, per la legge fisica di continuità della massa, un intenso tiraggio verticale. Ecco che prevalgono i moti ascendenti e possono così liberarsi i pacchetti di instabilità latente rimasti fin d’ora sopiti.

E’ l’ora dei temporali, spesso anche violenti, è l’ora delle grandinante, dei colpi di vento, dei cosiddetti eventi estremi.  L’alta africana se ne va quasi sempre così, sbattendo la porta. Ma dietro di sè lascia parimenti ben pochi rimpianti e tanta voglia di respirare un’aria finalmente più fresca.

Autore : Luca Angelini