00:00 13 Febbraio 2001

Nefoanalisi: il cumulo

Una semplice lezioncina per capire meglio perchè si sviluppano nubi così imponenti

Vediamo brevemente quali sono i meccanismi che concorrono alla formazione di nubi di questo “spessore”.
Immaginiamo di percorrere insieme a dell’aria umida una scalinata con qualcuno che ci costringa a salire.

Improvvisamente incontreremo dei nodi di condensazione e cominceremo a diventare una piccola nuvoletta ancora invisibile, saliremo ancora, ci espanderemo, cioé diverremo più grassi, ci raffredderemo, ci umidificheremo ulteriormente raggiungendo la saturazione, diverremo nube vera e poi cresceremo fino a non sopportare più tutto quel peso e a scaricarlo sottoforma di intensi rovesci.

Quando invece una forza ci spinge verso il basso, parleremo di subsidenza e ridiscendendo la scalinata ci comprimeremo, ci riscalderemo, ci seccheremo ed evaporeremo.

Nel cumulo preso in esame la condensazione sta generando calore latente che spinge la nube sempre più in alto, finché non trovi aria più calda e stabile; a quel punto la crescita é arrestata e la nube non può che creare il classico incudine laterale; nel caso riesca ancora a salire verticalmente invece, può arrivare a forare il tetto della troposfera, giungendo ad invadere la tropopausa.

In questo caso però la nuvolosità non ha avuto la forza di compiere la trasformazione in una vera e propria cellula temporalesca.
E’ mancata infatti la spinta propulsiva recata dall’aria fredda, la vorticità in quota e l’instabilità sufficiente per divenire un capillatus incus, cioé il top dei top delle nubi cumuliformi.

Il colore bianco delle torri di panna, non é necessariamente sintomo della presenza di ghiaccio, come spesso erroneamente ritenuto, ma solo l’effetto ottico prodotto dal sole.

Senza di lui tutto l’ammasso ci apparirebbe grigio o addirittura nero, come nella parte bassa della foto non illuminata dal disco solare.

Se ci fossimo trovati a sorvolare con l’aereo quella coltre di nubi, senz’altro avremmo vissuto l’effetto montagne russe a causa dei vuoti d’aria, ascendenze, discendenze, turbolenze, create dai cumuli. Il pilota allora deve cercare di raggiungere al più presto una quota di sicurezza al di sopra dei “cavolfiori”
Autore : Redazione