00:00 3 Ottobre 2013

Le curiosità della Meteo: cosa è una “goccia fredda”?

Il "meteorologichese" spesso si forgia di una terminologia ai più incomprensibile, altre volte invece si appoggia a un gergo più intuitivo. E' il caso della nostra simpatica e nominatissima goccia fredda, responsabile di rovesci e temporali extra-perturbazione.

 Tanto più un fenomeno è ricorrente quanto più la terminologia ad esso associata spazia nella fantasia più pura tirando fuori dal cappello diversi sinonimi o vocaboli presi in prestito da altre lingue, inglese in primis (anche a scapito del più antico ed aristocratico latino). Questi termini vanno poi a far parte del gergo meteorologico più o meno ufficiale, più o meno diretto e comprensibile.

Il discorso vale anche per la nominatissima "goccia fredda", altresì chiamata "cut off", "upper level low" o "kicker". Ma rimaniamo nella terminologia italiana, che ci è più congeniale: cosa significa goccia fredda? Per comprendere di cosa si tratta facciamo un piccolo passo indietro.

Quando la circolazione ciclonica che ruota in senso antiorario attorno alla calotta polare si presta ad ondulazioni particolarmente ampie, finisce per rilasciare alle medio-basse latitudini le cosiddette "saccature", ovvero "nasi" di basa pressione colmi di aria fredda. Se sottoposti a particolari manovre di stretching, le estremità delle saccature si spezzano rilasciando appunto nuclei di aria fredda i quali, ormai isolati, inizieranno ad avere vita a sè (da qui goccia fredda) fintanto che la loro energia (vorticità da curvatura) sarà sufficiente a sostenerle.

Ma la caratteristica peculiare della goccia fredda sarà da ricercarsi essenzialmente nella sua collocazione tridimensionale. Il nostro minimo depressionario colmo di aria fredda infatti si troverà solo in quota senza alcuna traccia corrispondente al suolo. Questo determina spesso accesi contrasti a causa dell’aria fredda e pesante che, in altitudine, si trova al di sopra di quella calda e leggera al suolo.

Ciò destabilizza dunque la colonna d’aria e mette in moto una notevole turbolenza atmosferica con attive correnti verticali che, specialmente nella stagione calda, determineranno lo sviluppo di una fervente attività convettiva e temporalesca. L’aria fredda presente in quota verrà infatti rovesciata al suolo proprio dai temporali i quali avranno pertanto il compito di ristabilire l’equilibrio atmosferico perduto.

Autore : Luca Angelini