00:00 26 Gennaio 2022

L’alta pressione delle Azzorre: una SCOMODA PRESENZA INVERNALE per il nostro Paese

Da diversi anni i nostri inverni sono sempre caratterizzati dalla presenza più o meno massiccia dell’alta pressione delle Azzorre, sempre in agguato e pronta ad entrare in azione sul nostro Paese!

Vi ricordate le irruzioni fredde da est, con l’alta pressione Russa distesa a ricoprire parte dell’Europa centrale, con il flusso atlantico basso di latitudine che interessava il vicino Atlantico e la Penisola Iberica? Quasi sicuramente si, anche perché situazioni del genere determinavano diffuse nevicate anche in pianura ed il freddo permaneva per giorni e giorni, prima di un successivo riscaldamento.

Negli anni 70 e 80 queste situazioni si verificavano con una certa frequenza, mentre a partire dal 1990 sono diventate un’autentica rarità, mentre al giorno d’oggi sono praticamente scomparse.

Che la situazione a scala europea sia cambiata in questi ultimi anni è sotto gli occhi di tutti e questo cambiamento si evidenzia maggiormente nel periodo invernale. Le ondate di freddo sono effimere, le nevicate in pianura molto più rare e soprattutto si registra una drastica diminuzione delle precipitazioni sul nord Italia.

Volendo analizzare più tecnicamente la situazione risulta ancora difficile stabilire le cause di questo cambiamento, anche se l’eccessivo calore presente nelle fasce tropicali risulta il maggiore indiziato.

Osservando i grandi centri di alta e di bassa pressione dislocati a scala europea si notano alcune cose: l’alta pressione delle Azzorre, presenza estiva per eccellenza che ci consente di godere del solleone di luglio e agosto, in questi ultimi anni risulta molto presente anche nel periodo invernale. Il suo territorio di competenza nel semestre freddo dovrebbe essere relegato all’Atlantico portoghese se non più a sud, con la Penisola Iberica meta delle perturbazioni oceaniche, foriere di tempo perturbato.

Se osserviamo la sua posizione nel corso degli ultimi inverni, ci accorgiamo che tale figura stabilizzante, che nulla ha di invernale, si trova spesso troppo a nord. Addirittura in questi ultimissimi anni, la sua presenza è talmente ingombrante che costituisce addirittura un blocco per le normali correnti perturbate atlantiche. Le sue continue puntate verso le Isole Britanniche possono addirittura innescare ondate di freddo sull’Europa orientale e in parte anche sull’Italia, come sta succedendo durante questo mese di gennaio.

Chiaramente questo tipo di irruzioni da nord ha carattere effimero: esaurita la colata fredda, l’alta pressione tende nel 90% dei casi a coricarsi sul Mediterraneo, determinando vertiginosi aumenti termici, specie in quota.

Inoltre, le regioni del nord Italia si trovano spesso sottovento alle correnti settentrionali e questo rende aridi gli inverni dei settori alpini italiani e della Pianura Padana.

Anche le perturbazioni atlantiche che di tanto in tanto si presentano sull’Europa, devono fare i conti con la distorsione delle correnti operata sempre dall’alta delle Azzorre; di conseguenza la loro penetrazione sul Mediterraneo non è spesso garantita ed i fenomeni risultano effimeri e transitori.

A tutto ciò si associa anche l’innalzamento del flusso perturbato atlantico legato al Global Warming, incapace di indirizzare peggioramenti seri sul nostro Paese, ma soprattutto la cronica mancanza dell’alta pressione russa, il grande artefice degli inverni degli anni 60 e 70! Questo grande anticiclone termico, da anni, appare incapace di distendersi in direzione dell’Europa centrale e determinare ondate di freddo intense e prolungate. 

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Autore : Paolo Bonino