00:00 25 Gennaio 2020

Il grande buio e l’effetto ghiacciaia nelle valli alpine

In inverno il manto nevoso al suolo con il sereno e il sole che spesso rimane dietro le montagne per settimane, rendono autentiche ghiacciaie alcune vallate alpine.

Nella foto la valle di Braies (BZ) con la chiesetta di San Vito al primo sole di fine inverno che spunta dalla Croda del Becco, dopo settimane di gran gelo. Foto di repertorio.
Ci sono diverse vallate alpine ed anche appenniniche che, durante l’inverno vedono pochissimo sole, se non addirittura neanche un raggio per settimane, in qualche caso un paio di mesi. Infatti è tradizione festeggiare in molti luoghi il primo raggio di sole che compare dopo il grande buio invernale.
Spesso il sole compare in qualche "pezzo" di cielo tra un rilievo e l’altro e poi si rituffa dietro un’altra montagna.

In condizioni di assenza di vento, innevamento fresco al suolo e serenità assoluta o quasi assoluta del cielo, si realizzano, anche senza la necessità di afflussi di aria fredda precedenti, situazioni di gran gelo, con formazione di brina di superficie.

La neve fresca consente la dispersione di tutto il calore in atmosfera, una dispersione che continua anche in pieno giorno, quando a stento la temperatura riesce a salire. Il cielo sereno è l’alimentazione preferita del freddo. Senza sole allora chi può mitigare un clima tanto rigido?

Le nuvole, la migliore coperta, che restituisce al suolo parte del calore che sale verso lo spazio attraverso le onde lunghe. E quali nuvole? I cirri se sono estesi sono già sufficienti per frenare il calo delle temperature, dagli altostrati in poi tutto aiuta a contenere il calo termico. Se poi la nuvolaglia arriva di notte dopo un giorno sereno, ma senza sole per l’ombra presente in valle, la temperatura massima si potrebbe registrare proprio durante la notte.
 

Autore : Alessio Grosso