00:00 1 Ottobre 2013

Cosa significa “temporale auto-rigenerante”?

Tra tutte le strutture temporalesche sono quelle più temibili a causa della loro persistenza su una determinata zona, dove possono portare violenti nubifragi e anche alluvioni lampo.

 La terminologia viene usata molto spesso dagli appassionati che affollano i tanti forum meteo sparsi per il web, mentre gli addetti ai lavori utilizzano sigle più tecniche come "cluster multicellulare con rigenerazione sopravvento". In entrambi i casi ci troviamo dinnanzi alla stessa struttura temporalesca, molto temibile poichè spesso responsabile di alluvioni lampo e di nubifragi di particolare abbondanza e persistenza.

Ma come si formano e come evolvono questi autentici mostri del cielo? Punto primo: il pescaggio del temporale deve partire dal mare. Per questo motivo i temporali autorigeneranti si sviluppano più di frequente nei mesi autunnali, quando le acque dei nostri mari sono ancora calde e tendono a caricare l’atmosfera soprastante di notevoli quantitativi di energia disponibile alla convezione, ossia alla formazione delle nubi temporalesche.

Punto secondo: una volta innescate, queste nubi devono venire agganciate da venti la cui intensità cresce con la quota e la cui direzione le spinga verso le linee di costa. La cella temporalesca così si stira e rilascia i suoi rovesci lontani dall’area di pescaggio, ovvero sulla terraferma, conferendo al temporale maggiore intensità e longevità. Qui le correnti fredde che scendono insieme alle precipitazioni e che non interferiscono con la colonna d’aria che contina ad ascendere dal mare, tendono poi a strisciare con un percorso a ritroso dalla costa verso il largo sollevando nuova aria umida facendo ripartire una nuova cella.

In determinate condizioni, ovvero quando le celle partono da settori marittimi poco profondi (e quindi con acque più calde) e raggiungono coste e montagne a morfologia irregolare, avviene la convergenza dei venti marittimi lungo ben precise linee di scorrimento e il processo descritto può ripetersi per ore ed ore, battendo sempre le medesime zone con temporali pulsanti che accumulano ingenti quantitativi d’acqua.

Da qui il termine "autorigenerante". Ricordiamo che le alluvioni più drammatiche avvenute ad esempio in Liguria, Toscana, Campania come anche in Sardegna o in Sicilia, hanno preso origine da strutture temporalesche autorigeneranti, come infatti spesso avviene nella stagione autunnale su molte zone costiere della nostra bella Penisola.

Autore : Luca Angelini