00:00 10 Dicembre 2013

SUPER DEPRESSIONE da 935mb sull’Atlantico settentrionale; quale futuro per il nostro inverno?

Nei prossimi giorni con il rinforzo del Vortice Polare ci attendiamo la nascita di una serie di "super-depressioni" con sede sull'oceano Atlantico settentrionale. Cerchiamo di fare maggiore chiarezza in merito all'origine di vorticità così esasperate su questo settore dell'emisfero. Quali sono le origini di queste super trottole depressionarie? Quali conseguenze abbiamo sul tempo atmosferico delle medie latitudini? Quali potranno essere gli eventuali sviluppi futuri a livello circolatorio?

Per trovare risposta ad una produzione così esasperata di intense depressioni extratropicali, bisogna risalire a quanto sta avvenendo in questi giorni in stratosfera.

Le due fasce atmosferiche maggiormente influenti sull’intera circolazione che caratterizza gli strati prossimi alla superficie terrestre, includono infatti sia la troposfera, sia la stratosfera. In particolare a livello strato-tropo, esiste spesso un vero e proprio dialogo che permette a determinati fenomeni che periodicamente avvengono sulla stratosfera, di propagarsi poi in troposfera e viceversa, condizionando l’intera circolazione a livello emisferico.

In questa prima decade di dicembre abbiamo assistito ad un netto ridimensionamento della temperatura che dalle alte fasce stratosferiche si sta propagando velocemente verso la bassa stratosfera laddove entro pochi giorni si concretizzeranno gli effetti di quello che viene definito come "Stratcooling", cioè un forte raffreddamento stratosferico in corrispondenza dei settori polari.

Questo raffreddamento così esasperato rientra nella normalità climatica del periodo in questione, trovandoci ormai prossimi alle giornate di minimo irraggiamento solare, il raffreddamento radiativo in stratosfera raggiunge il picco più elevato proprio in questo periodo dell’anno, con i primi warming pronti ad intervenire già con l’arrivo di gennaio.

Annate come quella attuale, caratterizzate da un raffreddamento particolarmente forte e da un dialogo praticamente perfetto con quelle che sono le dinamiche della stratosfera e quelle della sottostante troposfera, preludono solitamente ad un forte ricompattamento del Vortice Polare Troposferico. Con queste premesse è da mettere in conto un considerevole raffreddamento dell’aria all’interno della regione polare che andrà così ad alimentare le forti vorticità previste nei giorni a venire sul comparto nord-atlantico.

Quali sono le origini di queste intense depressioni?

Tutte le masse d’aria fredde di origine polare o continentale, sono dotate di una "vorticità potenziale". Un rinforzo del Vortice Polare porta inevitabilmente ad un surplus di freddo che, trabordando sull’Oceano Atlantico settentrionale attraverso i settori groenlandesi e canadesi, porta ad una vera e propria "esplosione" di super-depressioni. Ad innescare lo sviluppo di queste depressioni ci pensa il forte gap termico creato tra le temperature estremamente fredde che queste masse d’aria conservano alle quote superiori ed il loro rapido stemperamento negli strati prossimi alla superficie terrestre, innescando processi convettivi alla base della nascita delle depressioni.

Nelle zone di origine queste masse d’aria sono infatti caratterizzate da temperature gelida sia al livello del suolo sia alle alte quote atmosferiche, viene così smorzato il gap termico sopraccitato, la massa d’aria è incapace di formare qualsiasi tipo di depressione. Essa diviene "attiva" solo quando viene scaraventata improvvisamente al di sopra di un ambiente più tiepido (quale ad esempio l’Oceano Atlantico) alimentando così delle depressioni che saranno tanto più intense quanto più fredda e massiccia sarà l’invasione di aria fredda sopra l’ambiente più mite.

Quali conseguenze sull’inverno delle medie latitudini?

In questo contesto, la straordinaria compattezza del Vortice Polare, limita gli scambi meridiani di masse d’aria, confinando l’aria fredda del vortice alle latitudini polari senza che essa possa trasferirsi alle medie latitudini portando un raffreddamento deciso in chiave invernale anche sull’Europa. La separazione di queste due grandi fasce climatiche, viene garantita da un surplus di zonalità, cioè un flusso molto forte e molto teso di venti occidentali che "racchiudono" le masse d’aria polari alle loro zone di appartenenza.

Quali prospettive per il futuro?

Una volta che il vortice raggiunge livelli di forza come quelli previsti i prossimi giorni, le ripercussioni a livello circolatorio atmosferico possono durare diverse settimane. Esaurito l’input offerto dal raffreddamento stratosferico polare, la forza d’inerzia continuerà a far girare il Vortice Polare per diverse settimane, le velocità zonali andranno spegnendosi solo con gradualità.

Per tutte le regioni poste alla medie latitudini, le speranze di un ritorno a standard invernali entro breve termine sono quindi assai scarse. Nella migliore delle ipotesi, anche qualora dovesse innescarsi una fase di gran freddo sull’Europa, l’intera circolazione conserverà comunque una buona probabilità d’essere influenzata da quelle che sono state le spiccate caratteristiche zonali di questo mese dicembrino.

Autore : William Demasi