Precoce raffreddamento termico sulla Siberia centrale: il punto della situazione
Alcune intense e ripetute ondate di aria fredda che dalla regione polare sono andate estendendosi sin verso alcuni settori del comparto euroasiatico, stanno determinando un precoce raffreddamento dell'area siberiana. Ecco cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane.
Il comportamento acquisito dai primi vagiti del Vortice Polare, quest’anno segue logiche e modalità molto particolari; agli esordi di agosto la persistenza di una anomalia termica negativa (reduce di un eccezionale primavera artica) concentrata sul comparto canadese, aveva stimolato una vivace attività delle depressioni nord-atlantiche. Queste depressioni per più di un’occasione sono state in grado di portare diverse manifestazioni d’instabilità, concentrate soprattutto sui settori italiani centro-settentrionali.
Con l’arrivo della stagione autunnale propriamente detta, abbiamo assistito ad un graduale trasferimento delle vorticità dai settori canadesi sin verso l’area Euroasiatica laddove una intensa depressione dalle origini artiche, convoglia sin verso le remote steppe della Siberia centrale ed orientale, aria via via più fredda. Quest’area del continente Euroasiatico è stata spesso protagonista di eccezionali stagioni invernali, assai avare di precipitazioni ma estremamente fredde e secche. Nel mese di gennaio alcune di queste regioni possono toccare valori sino -60°C (Jacuzia).
Ormai da diverse giornate una profonda depressione collocata a cavallo tra il mare artico e le coste settentrionali del continente euroasiatico, tiene sotto scacco estesi settori della Siberia centrale ed orientale, portandovi un precoce raffreddamento della temperatura. Diversi fronti di aria artica si sono succeduti nel corso degli ultimi 10-12 giorni, determinando un importante abbassamento della temperatura con gelo e neve che è andata estendendosi sin verso i confini settentrionali della Repubblica Cinese (Manciuria).
La presenza della neve al suolo determina la creazione dell’effetto Albedo, agevolando un processo di raffreddamento degli strati d’aria prossimi al suolo con la creazione di una vera e propria inversione termica, "prodromo" di quello che durante l’inverno va a costituire l’essenza dell’anticiclone termico Russo-Siberiano. Il deposito dell’aria fredda al suolo è favorito non solo dal manto nevoso, ma anche dalla presenza di una forte e ben alimentata depressione gelida artica, questa depressione agevola il rovesciamento dell’aria fredda dalle quote superiori verso il suolo, accelerando ulteriormente il raffreddamento della temperatura. Negli ultimi giorni la colonnina di mercurio si è portata sino -25°C ad Ojmjakon, Jacuzia, località già famosa per le eccezionali temperature raggiunte proprio nel cuore dell’inverno (gennaio).
Quali conseguenze per il futuro?
Un raffreddamento esteso ed anomalo dell’area Euroasiatica, risulta spesso sintomatico di uno svuotamento delle vorticità tipicamente portate dall’attività delle depressioni fredde di origine canadese e groenlandese. Vorticità che invece sono ben rappresentate sul comparto Euroasiatico, laddove l’attività di una intensa depressione artica, porta un esteso raffreddamento dell’area siberiana che con tutta probabilità proseguirà anche nel corso della prossima settimana.
Un anomalo raffreddamento di questa zona dal clima continentale decisamente estremo, molto distante dal subire l’influenza termoregolatrice di mari ed oceani, sarà da seguire con molta attenzione nelle prossime settimane. L’effetto albedo unito al rovesciamento dell’aria fredda dalle alte quote atmosferiche sin verso il suolo, potrebbe di fatto rappresentare l’avvio di quel processo di raffreddamento pellicolare della massa d’aria che, in opportune condizioni, porta alla costituzione del famigerato anticiclone Russo-Siberiano.
Autore : William Demasi