00:00 10 Gennaio 2014

Getto zonale mai sopito tiene ancora lontano l’INVERNO dall’Europa

Nonostante l'atmosfera tenterà in ogni modo di riportare standard più invernali a partire dai settori settentrionali europei, l'arrivo del freddo sul continente dovrà “affrontare” diverse insidie. Quest'anno il Generale Inverno ha fatto la voce grossa su molte zone dell'emisfero boreale “abbandonando” l'Europa a se stessa.

L’arrivo del freddo in Italia è sovente legato a complesse manovre atmosferiche che, spesso e volentieri, includono un aumento abbastanza forte del campo anticiclonico sul comparto atlantico, in grado così’ di avviare un blocking completo delle correnti miti atlantiche in ingresso sul continente europeo, favorendo un raffreddamento progressivo del nostro continente partendo dai settori settentrionali od orientali sin verso la mitteleurope.

Cosa c’è che proprio non funziona in questo inverno?

In questa ultima settimana abbiamo assistito ad una rapida attenuazione della corrente a getto zonale che ha determinato un veloce calo dell’indice AO (Arctic Oscillation) da valori marcatamente positivi sino a valori negativi. Il calo di quest’indice regala informazioni in merito alla compattezza del Vortice Polare, la cui manifestazione consiste spesso in una forte accelerazione del getto occidentale che tende a rinforzare nella zona di confine tra le masse d’aria artiche e quelle più tiepide presenti alle medie latitudini.

Come avvenuto in questo frangente, l’assenza per lunghi periodi di tempo di scambi termici polo – equatore (scambi meridiani) ha comportato un raffreddamento ancora più intenso delle masse d’aria interne al Vortice Polare. sulla fascia delle medie latitudini il sistema atmosferico ha invece accumulato calore, aumentando così il gap termico tra queste due grandi fasce dell’atmosfera.

L’aumentata consistenza di questo forte gap termico, ha così determinato un ulteriore rinforzo della jet stream, destabilizzando la struttura del Vortice Polare alle alte latitudini. In queste condizioni infatti, per creare un’azione anche forte di disturbo a carico del getto zonale, occorre poco. L’azione di disturbo potrebbe essere stata determinata dal passaggio del getto su una zona di oceano, oppure sulla terraferma, l’attraversamento di una catena montuosa può sortire i medesimi effetti.

L’avvenuta attenuazione del getto zonale, renderebbe sicuramente più facile l’insediamento di pattern invernali sull’Europa ma la sensazione è che quest’anno qualcosa debba inevitabilmente andare storto.

Al momento esistono almeno due elementi che frenano (e freneranno) l’inverno europeo nella sua imposizione sul continente;

– il primo problema è legato alla sostanziale MANCANZA DI FREDDO non solo sulla Scandinavia e sulla Russia, ma anche nelle remote steppe della Siberia al di la dei monti Urali.

– il secondo problema è rappresentato da un “NON” trascurabile richiamo di aria mite questa volta di estrazione mediterranea, che sarebbe mantenuto attivo dalla persistenza di alcune modeste depressioni sull’Europa occidentale.

Proprio la presenza di queste depressioni sarebbe imputabile al continuo “percolamento” di masse d’aria più fredda che dal comparto canadese si sposteranno verso l’Europa senza trovare eccessivi ostacoli. Nonostante la stessa potenza del getto sia stata soggetta ad un forte calo nell’ultima settimana, analogamente ad una trottola che gira su se stessa grazie alla forza di inerzia, il rallentamento del getto può avvenire soltanto in modo lento e graduale.

Questo significa che, nonostante i valori negativi e Artic Oscillation (AO) e nonostante il sostanziale indebolimento del Vortice Polare in troposfera, le VORTICITA’ RESIDUE derivate da un getto zonale sino a pochi giorni fa ancora molto potente, continueranno ad influenzare il tempo in Europa, impedendo una corretta elevazione della Wave due (anticiclone delle Azzorre) verso le alte latitudini settentrionali, principale viatico del freddo sul nostro continente.

L’assenza dell’anticiclone sull’oceano Atlantico sarà sostituito dalla persistenza di vorticità zonali “residue” che, in una situazione già delicata come quella attuale, potrebbero di fatto impedire all’esiguo freddo che andrà accumulandosi sui settori nord-orientali europei, di interagire in modo più netto con le dinamiche atlantiche. Dinamiche che, con tutta probabilità, seguiteranno ancora per diverso tempo a portare i propri effetti su una parte del continente europeo.

Autore : William Demasi