00:00 10 Gennaio 2006

Situazione innevamento su Alpi e Appennino

Conclusasi la prima fase meteorologica della stagione fredda, tracciamo un bilancio dell'innevamento sulle nostre montagne.

Archiviate le Festività Natalizie, il Capodanno e il Ponte dell’Epifania, occasioni propizie per fare il pieno di neve all’inizio della stagione sciistica, ecco d’un tratto profilarsi il periodo tanto amato delle settimane bianche. Che sembra nascere sotto i migliori auspici: anticiclone alla riscossa, temperature gradevoli (grazie all’inversione termica), e neve che -almeno sulle piste- proprio non manca.

Ma, argomentando per l’appunto di apporti nivometrici, occorre mettere in luce degli opportuni “distinguo”. Se infatti l’Appennino, in linea con quanto avvenuto negli ultimi inverni, gode di un innevamento più che abbondante (al limite dell’eccezionalità in alcuni settori, se si considera la fase non ancora matura della stagione), ciò non può dirsi per l’arco alpino. Che pure non difetta di neve nel settore orientale, con le Dolomiti ottimamente imbiancate, ma presenta dei deficit piuttosto evidenti su quello occidentale, con le Alpi Cozie che ancora aspettano gli accumuli d’un tempo per battezzare degnamente la parentesi olimpica.

Potrà infatti quasi sembrare una beffa, ma è proprio il Torinese l’area geografica montana -assieme al Biellese e alla Bassa Valle d’Aosta- ad aver ricevuto meno neve in assoluto in questo scorcio di stagione. Paradossalmente, è nevicato in abbondanza ovunque, tranne là dove proprio quest’anno la neve non sarebbe dovuta mancare!

Di tempo ce n’è ancora, e la speranza è l’ultima a morire, ma è anche certo che le prospettive che arrivano sul fronte previsionale non lasciano pensare a nulla di buono… A Champorcher si piange con accumuli massimi di 30cm, mentre va un po’ meglio sulla Via Lattea (50cm in media).

Migliore è invece la situazione nell’Alta Valle d’Aosta, in Lombardia e in Alto Adige, dove il manto nevoso comunque non supera (se non in qualche isolato caso) il metro di spessore (Aprica 90cm, Courmayeur e Livigno 80cm, Plan de Corones 70cm).

Il settore alpino che presenta più neve è invece quello orientale, con il Tarvisiano in pole-position grazie alle punte di 230cm del Lussari. Media di 110-120cm sulle Dolomiti, meglio ancora l’Altopiano di Asiago con punte di 140cm.

In Appennino neve abbondante ovunque, con casi di eccezionalià sfiorata se si tiene conto del calendario.

Sul settore settentrionale, Cerreto Laghi supera i due metri di spessore, mentre il bollettino dell’Abetone recita cm 150-190.

Al centro, valori importanti per i versanti tirrenici: 250cm a Campo Staffi e Campo Felice, 180cm al Terminillo, 150cm sul Monte Amiata. Su tutti spiccano comunque i 300cm di Ovindoli-Magnola. Meno neve, ma sempre abbondante, sui versanti adriatici, con punte di 180cm sui comprensori dei Monti Sibillini.

Al sud Campitello Matese guida la classifica con 240cm, ma nuove nevicate interesseranno l’intero settore nei prossimi giorni, ‘sì da confermare il trend positivo emerso negli ultimi anni circa l’innevamento di queste montagne.
Autore : Emanuele Latini