00:00 17 Aprile 2007

Che veleno indossi oggi?

Inconsapevolmente, negli indumenti che portiamo tutti i giorni si nascondono molte sostanze tossiche per la nostra pelle.

Abiti firmati, vestiti all’ultima moda oppure indumenti acquistati sulle “bancarelle”. Conta poco, analizzando gli elementi che compongono questi abiti, ci si può facilmente accorgere se la nostra maglietta o il nostro pantalone possano danneggiare la nostra pelle.

In questi casi si parla di Dermatite Allergica da Contatto e può essere causata anche da scarpe, cosmetici, accessori metallici, bigiotteria. I sintomi sono molteplici ma generalmente si osservano rossori, eruzioni cutanee e fastidiosi pruriti. Le zone maggiormente colpite sono le pieghe cutanee, le ascelle, il pube, il collo, le palpebre.

In America, in Europa e in Italia, queste dermatiti sono aumentate del 10%. Che cosa le causa? I principali responsabili sono le sostanze contenute nei coloranti sintetici, denominati coloranti “dispersi” (dal modo in cui si tinge la fibra, per dispersione appunto), specialmente quelli di tipo azoico e antrochinoico. Sono largamente impiegati perché hanno un’ampia gamma di tonalità, ottime tinte, basso prezzo e disponibilità quasi infinita.

I più dannosi tra questi dispersi sono: il blu 124, il giallo 3 e il rosso 1, ai quali risulta sensibile circa il 5% della popolazione.

Altre sostanze che possono causare allergia sono quelle del gruppo “para” usate nella lavorazione intermedia delle tinte, tipo la p-fenilendiamina, i cosmetici o i farmaci antidiabetici e antiipertensivi. Più raramente si sono avute reazioni anche con composti in resina, gomma e cromo.

Come difendersi da tutto questo? Esistono dei coloranti alternativi, di origine naturale. I test eseguiti su soggetti sensibili ai coloranti dispersi, hanno avuto esito negativo con entrambi i principi attivi dei colori cocciniglia (acido carmico) e indaco (indigotina/indirubina).

Anche altri test condotti per più giorni con diversi colori sono stati superati da tutti gli individui sensibili ai coloranti chimici.

Purtroppo, le tinte naturali presentano anche degli svantaggi: hanno un costo elevato (è sempre lì il problema), presentano una gamma di colori meno vasta, offrono meno resistenza a sfregamento e lavaggio.

In compenso però, producendo questi colori si inquina di meno e ci sono meno rischi tossicologici per gli addetti alla produzione.

Dunque, se nel prossimo futuro si ridurranno i costi, potremmo avere indumenti che sbiadiscono un po’ più rapidamente ma che non ci irritano la pelle ed hanno un minore impatto ecologico. Saremo disposti ad avere un’estetica meno sgargiante in cambio di tutto questo?
Autore : Simone Maio