00:00 18 Marzo 2009

Quando vedo la “mia” Sardegna

Lettera aperta al Capo Redattore e ai lettori...

Caro MeteoLive e Capo Redattore,
chi vi scrive è il vostro affezionato “nivomane” di Malnate (Varese)…: non sono solo un appassionato di neve e sport invernali ma adoro e sottolineo A-D-O-R-O il mare, in particolare il mare della Sardegna!

Dal numero di foto che circolano spesso sul sito deduco che anche li in redazione si impazzisce per questi paradisi… io ho avuto la fortuna di crescere a contatto con questo ambiente già da bambino, negli anni 70 quando i miei, finite le scuole, partivano all’avventura con solo una tendina canadese di tela e, con altri nostri amici, andavamo a fare campeggio libero nella grande pineta di Porto Ferro, retrostante la grande baia, vicino a Capo Caccia, che in giugno, (quando non c’era la bolla africana!) era battuta da potenti “maestralate” che rendevano il tutto ancora più
selvaggio…

Ma quanti di voi hanno a casa le foto fatte a Stintino con l’acqua e la sabbia che sappiamo, ma, con la spiaggia… desertaaa!! O le dune di Porto Ferro lisce e con quelle piccole ondine modellate dal vento, come nel deserto, da cui spuntano cardi e arbustini profumatissimi…

Io lo chiamo “odor di Sardegna”… E ancora Capo Caccia, Cala Inferno, Cala dell’Argentiera, Cala Dragonara, Le Bombarde… ci son talmente tanti ricordi stupendi che potrei riempire pagine.. ne cito solo due, uno bello e uno…pericoloso, entrambi molto intensi: il primo riguarda il ritrovamento da parte di mio padre dei resti di una nave in legno, crediamo del periodo Saraceno, a circa 100 metri dalla riva, nella baia di Porto Ferro: oltre ad alcune anforette, un paio di bottiglie bellissime e irregolari di vetro soffiato recuperammo, con l’ausilio di un trattore e cavi d’acciaio, un cannone perfettamente integro e alcune palle dello stesso.. l’anno successivo il fondale era decisamente aumentato, l’acqua, che l’anno prima era circa sei metri, era piu bassa.. la sabbia con le mareggiate aveva risepolto tutto!

Il secondo ricordo è legato al torrido giugno dell’82, che, tra l’altro, avete citato; il caldo, i mondiali, la vacanza e… l’incendio! Per chi non lo sapesse fare campeggio libero significa piazzare una tendina nella pineta, senza nulla: l’acqua dolce per lavarsi la prendevamo ad una fonte di roccia con le taniche a qualche km, il frigo non esisteva (mi ricordo i panini con le fette di mortadella tutte bucate perchè il calore scioglieva il grasso!), addirittura il primo anno mio padre aveva portato solo la tenda e il tavolino e gli sgabelli li aveva fatti assemblando i detriti di legno trovati sullo spiaggione, levigati da chissà quanto tempo di logorio dell’acqua del mare.. era bello trovare recipienti e bottigliette con scritte in francese, spagnolo, greco, araboo!!

Va detto che si tratta pur sempre di inquinamento ma non erano moltissimi e per noi era come giocare all’isola del tesoro! Ma torniamo alla fatidica notte: era pomeriggio, torrido, sarà stato più di 40°C, eravamo in spiaggia quando si vide salire del fumo grigio dalla pineta dietro di noi, come se fosse un fuoco; era un fuoco ma di un incosciente, oltre che pazzo, che a quell’ora, con quel caldo e contro ogni logica, faceva la grigliata!!!

Morale della favola, in una pineta fitta con per terra un tappeto di aghi secchi e resinosi e col caldo che c’era… bastò una scintilla e partì un discreto incendio.. i vigili del fuoco lo domarono ma lasciarono qui e là alcuni focolai di brace.

La pineta era divisa in grossi quadrati da strisce disboscate larghe anche trenta metri, i “tagliafuoco”, per limitare i danni in caso di incendio, ma noi sapevamo che i ceppi dei pini marittimi, imbottiti di resina possono esplodere per il calore e scavalcare come proiettili tali vie di fuga, inoltre, verso sera era venuto su un po’ di Maestrale; nessuno era tranquillo… io mi ricordo solo che verso le tre di notte mia madre ci sveglia tutti di botto: era tutto arancione! Fra noi e il taglifuoco, che fungeva da strada, c’erano 20 m di pineta, poi una trentina di m di tagliafuoco e, dopo altri 20 m circa di pineta l’apocalisse! I pini erano alti mediamente 6-8 m e venivano divorati, come fossero pieni di benzina, da fiammoni che penso saranno stati almeno 15 m.. ricorderò sempre due cose: il rumore pauroso della legna che arde (come un camino moltiplicato per un milione!)e l’odore, che quando lo sento ancor oggi mi viene la pelle d’oca, perche purtroppo mi è capitato di vedere il fumo e sentire l’odore dell’incendio ancora in Sardegna, anche se ero ben lontano e al sicuro…

Mi ricordo che mio padre, nel casino-quasi panico e al buio, rischiarato solo dalle fiamme, non trovava la pila e men che meno le chiavi dell’auto..per fortuna le trovò e fuggimmo lasciando li tutto, dormimmo in auto a S. Maria La Palma, famosa per la sua cantina sociale, e tornammo il mattino dopo; i casi erano 2: il tagliafuoco aveva tenuto oppure avevamo perso le nostre cose… aveva tenuto!

Ma perchè mi è scattata quest’altra ispirazione di racconto? Perchè da qualche anno Alessio Grosso fa pubblicare foto belle dei posti che amo e, fino alla scogliera di Capo Testa ho retto, ma quando ho visto la baia ponente di Porto Pollo non ho retto più!!!

Accidenti volete proprio farmi soffrire come un cane! Sappiate che mentre dai 5 agli 11 anni ho vissuto le zone del nord-ovest della Sardegna, dopo una parentesi di Corsica , abbiamo scoperto Porto Pollo e tutta la zona del nord-est.. e qui ho vissuto tutta l’adolescenza e oltre, dato che ora e ci vado ancora! Chi va qui non può non diventare un appassionato di windsurf e non può non diventare un malato dei venti, siano di Maestrale, che qui è devastante, grazie all'”effetto venturi” delle Bocche di Bonifacio, siano di Scirocco o di ponente termico, senza dimenticare la piacevole brezza termica di levante, che nelle calme giornate d’agosto, quando regna incontrastato l’anticiclone azzorriano, sale alle nove gradualmente, entrando nella veranda della mia roulotte e cresce toccando l’apice nel primissimo pomeriggio e ti permette di stare bene anche con più di 35C…

E la stupenda bellezza delle isole dell’Arcipelago, Spargi, Budelli, le piscine… e l’mponenza delle bufere di Maestrale viste sulla scogliera di Capo Testa o sulle magnifiche spiagge totalmente selvagge di Rena Majore o Marina delle rose… ma lì vedi veramente la furia degli elementi scatenarsi e ti rendi conto della potenza del vento e del mare!
E la bellezza da favola di Bonifacio??? quando entri dal mare in quello stupendo fiordo che ti schiude un porticciolo di acqua cristallina protetto da una “falaise” calcarea alta più di 100 m strapiombante sul mare.. e tutti i negozietti e le piccole botteghe di artigianato dove entri a prendere un po’ di fresco..si respira proprio il sapore del Mediterraneo….

E’ vero che negli ultimi anni le cose sono un po’ cambiate nel senso che sono aumentate le persone e le restrizioni, come ad esempio il divieto di sbarco sulla spiaggia rosa di Budelli… io nell’89 prendevo il sole a mollo su quella battigia da sogno… ciò nonostante il solo vedere una foto di quei posti mi commuove e soprattutto mi scatena un desiderio irrefrenabile che non si placherà mai!!
Autore : Emanuele Riva