00:00 20 Luglio 2001

Lettera aperta a Guido Caroselli

E'la versione integrale di una appassionata lettera che scrissi via e-mail a RAI 1 per Guido Caroselli lo scorso Novembre 2000. Purtroppo non ricevetti risposta alcuna...

Dopo avere letto su Meteolive la lettera di Francesco Bucci, che lamenta il poco spazio che viene concesso al conduttore della celebre rubrica “Che tempo fa” , ho pensato di inviare anch’io il mio piccolo
contributo agli amici di Meteolive per trovare un po’ di solidarietà e nella comune speranza che in qualche modo il nostro accorato appello possa giungere ai vertici RAI per ridare alla storica rubrica lo spazio che si merita.

Ciao Barba,
forse avrei dovuto iniziare questa lettera con un “gentile signor Guido Caroselli” ma l’affetto che provo nei suoi confronti, dopo anni di fedele visione della rubrica Meteo di RaiUno, mi impedisce di usare un tono formale nei suoi confronti e mi costringe a darle del Tu nella speranza che non le dispiaccia. Quindi, caro Barba, non solo mi permetto di darti del Tu ma non uso neppure il tuo nome e ti chiamo affettuosamente Barba considerando che se di te conosco solo il mezzobusto che appare sullo schermo, la barba ne è la parte più rappresentativa e simpatica. Bene, malgrado io senta di conoscerti da sempre, anche se non ci siamo mai incontrati, posso ben credere che tu non immagini minimamente chi io sia e sebbene questo non abbia alcuna importanza, giusto per correttezza procederò ad una rapida presentazione di me stesso.
Iniziai da bambino, spasmodicamente attratto dalla neve (passavo ore dietro ai vetri della cameretta a vederla placidamente cadere in quei larghi soffici fiocchi tipici, anche se rari e spesso bagnati, della pianura padana ), iniziai da bambino, dicevo, a seguire nei mesi invernali la celebre rubrica di RaiUno nell’impaziente attesa della frase “nevicate a basse quote e localmente anche sulla pianura padana…”.

Erano gli anni del Bernacca, grande comunicatore; seguirono di anni di Baroni, garbo e precisione, fino ad oggi con Caroselli Guido, poeta del meteo vestito di rigore scientifico…..degno erede di una grande tradizione. Gli anni sono passati e dalla neve la mia passione si è estesa a tutti i fenomeni atmosferici: uno spettacolo quotidiano di impareggiabile bellezza accessibile a tutti quelli che lo sanno apprezzare e disponibile ad ogni ora, in ogni luogo e con qualsiasi tempo(!) appena fuori dalle mura domestiche.

Crescendo, così, con gli occhi rapiti dal cielo, si è sviluppato anche il mio interesse scientifico per la materia, guidato nell’apprendimento della fisica del tempo dagli impareggiabili maestri di RaiUno.

Ma torniamo a te : quotidianamente ho la gioia di nutrire la mia passione dei tuoi insegnamenti sempre precisi, scientificamente ineccepibili ma al tempo stesso portati al telespettatore
con una vena poetica con la quale colori, sottolinei, metti in risalto gli aspetti peculiari del tempo con immagini che mirabilmente rendono chiari a chiunque i concetti che esprimi e nel contempo esaltano la meraviglia e l’imparzialità della natura. Si, dico imparzialità perchè un altro aspetto che ti caratterizza è la tua onestà di giudizio grazie alla quale giustamente spesso sottolinei che il tempo è quello che è; non è ne brutto ne bello ma è l’uomo che lo fa brutto o lo fa bello a suo piacere o interesse. Così come quando le cronache declamano l’eccezionalità di eventi che rientrano nelle norme stagionali per coprire magagne politiche di gestione del territorio o semplicemente per fare notizia….Tu vai contro corrente e urli le ragioni della scienza contro l’inettitudine dell’uomo burocrate (e corrotto) che vuole attribuire a piogge copiose sì, ma non eccezionali, i disastri dovuti principalmente ad anni di incuria e abusi del territorio. Ah, sapessi quante volte ho sofferto per l’uso giornalistico del tempo semplicemente per fare notizia…quante balle sul tempo hanno sentito le mie orecchie provenire dai vari TG di ogni rete, quante nevicate di 20 centimetri sono cadute, per la cronaca, su una triste Milano appena imbiancata da un velo di neve marcia; quante ondate di caldo eccezionalmente africano ho sentito declamare all’ombra dei trentaquattro gradi che in città vengono raggiunti più o meno ogni estate. L’unico evento veramente eccezionale ai fini della statistica che mi ricordi (ndr. la mia memoria non va oltre il 1967, anno della mia nascita) fu il grande gelo del Gennaio 1985 a cui fece seguito la nevicata di quasi 1 metro di neve a Milano….per il resto eventi minori quali una breve nevicata temporalesca il 17 Aprile del 91, un Maggio eccezionalmente piovoso ( circa 20 giorni di pioggia), una estate degli ultimi anni con punte a 37 – 38 C e pochi altri, dico pochi perchè altrimenti non sarebbero eccezionali; voglio dire con quale ridicola logica è possibile gridare con frequenza mensile eventi meteo eccezionali quando il significato della parola stessa esclude la possibilità che un evento che si ripete ogni mese di ogni anno possa essere preso in considerazione per la sua eccezionalità ?

Ah, dicevo, quanto ho sofferto e quanto per te ho sofferto nel vederti predicare le ragioni della scienza al vento dell’ignoranza che sempre più spesso attraversa gli studi televisivi in balia delle ragioni di chi paga (lo sponsor) e sottomette le più elementari ragioni del buon senso. Voglio dire, e arrivo al dunque,
è mai possibile che una rubrica tanto amata, unica nel suo genere (nessuna altra rete ha mai fornito un servizio meteo di questo livello con tanto di spiegazione dei fenomeni e cartine isobariche del tempo), pezzo di storia di RaiUno che una volta trovava collocazione ad orario fisso (per i fedeli) nella rubrica
“Almanacco del giorno dopo”, è mai possibile, dicevo, che tale rubrica venga a tal punto minacciata dalla ottusaggine di chi non so nemmeno che gli rosicchia i già pochi minuti di cui gode per regalarli (si fa per dire…) agli sponsor o a quegli inetti programmi per il popolo bue (solo la rabbia mi porta a definire con tale disprezzo degli spettacoli altrimenti “di leggero svago” ) che tirano la volata al telegiornale. Quante volte ho sofferto con te, Guido Barba, nel vederti correre contro il tempo per potere illuminare la gente con due raggi di sole in un mare di fango. E’ mai possibile, inoltre, che RaiUno non pensi ad un degno sostituto per le tue giustificabili assenze, come tu lo eri ai tempi per Baroni, mettendo a recitare il bollettino meteo una fredda anonima presentatrice che pare non sapere neppure quello che legge a tal punto che spesso alla fine del comunicato non ho capito neppure io che tempo farà domani…… E’ mai possibile che a tale rubrica non si possa dare un orario fisso, magari prima del telegiornale ( o subito dopo se c’è il timore che i buoi di cui sopra se ne vadano a pascolare al TG5) trattandosi di un servizio di informazione di pari importanza ma la si sballotti a piacimento tra le sette e le otto fino a farla scomparire del tutto…..mi venisse un colpo! …ma sai che botta quando non ho visto più la tua barba…ho pensato: ecco, è finita ! Poi, dopo un mese, ho scoperto che andavi in onda alle 5 del pomeriggio ! Alle 5 del pomeriggio !!! alle cinque del
pomeriggio ! ALLE CINQUE DEL POMERIGGIO !!!!!!!! non ci potevo credere….ALLE 17 !!!!
No, dico ma scherziamo alle CINQUE DEL POMERIGGIO, magari tra un cartone animato e l’altro per la gioia dei piccini……o che forse i piccini siano rimasti gli unici in grado di comprenderti dato che agli adulti la manipolazione dei media sta, con precisione chirurgica, asportando aree sempre più ampie di encefalo. L’unica speranza che mi resta è che almeno i piccoli neuroni dei bimbi possano crescere agili sotto i tuoi insegnamenti e costituire in futuro una sana generazione di adulti pensanti…

Che tristezza ! Proprio oggi, 17 Novembre 2000 ore 17:15, ho casualmente rivisto la tua simpatica barba trovandomi a casa per un giorno di ferie. Una tristezza infinita, infatti, ha scacciato in breve tempo la gioia iniziale del ritrovarti….è bastato guardare quel tuo sguardo perso, quelle tue parole spente, quei tuoi
movimenti incerti, l’immagine del malato che si busca facilmente la bronchite ( questa è l’immagine del tempo che ci regali oggi ma che riflette il tuo stato di salute televisiva ) …mi sei parso come Jack Nicholson dopo la lobotomia nel film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” …ma cosa ti hanno fatto i Dottoroni della Rai ?

Questo è troppo, per cui io, come l’indiano del film, dopo anni di silenzio parlo. Parlo per trasmetterti tutta la mia solidarietà, tutta la mia ammirazione e stima, tutto il mio sostegno. Parlo nella speranza che queste parole giungano a te, e non solo a te, nella speranza che se qualcuno inizia a parlare e se anche altri parlano allora forse la nostra amata rubrica potrà riguadagnarsi tutto lo spazio che merita diventando la bandiera del buon senso a scapito della logica dello sponsor che, seppur legittima, non deve assolutamente essere l’unico incontrastato criterio di scelta come purtroppo ormai è.

Ti saluto con affetto, stima e fedeltà (televisiva s’intende…) e una piccola richiesta: gradirei un semplice riscontro
alla mia lettera.

Non pretendo una risposta ma un semplice segnale per farmi sapere se ti è giunto il messaggio (sia perchè sono curioso di sapere se certe e-mail vengono lette da qualcuno o spariscono nel mare di posta che immagino riceva la RAI, sia perchè mi farebbe molto piacere sapere che tu sai di avere degli ammiratori).

Mi basta una replica a quaesta mail, anche vuota, o al massimo due telegrafiche parole tipo : “messaggio ricevuto”
Autore : Nicola Sirtori