00:00 13 Ottobre 2004

La Bora a Trieste

Vi presentiamo la carta d'identità di uno dei venti più impetuosi d'Italia nella città di Trieste. La Bora può essere chiara o scura, nei casi più estremi è addirittura impossibile camminare.

Tra i venti più intensi e a volte disastrosi che soffiano sulla nostra Penisola, la Bora è sicuramente il più temuto per le regioni nordorientali. Si tratta di aria generalmente più secca e fredda proveniente dall’Europa continentale che “trabocca” dal Triestino sull’alto bacino dell’Adriatico e le sue coste quando viene a crearsi una forte differenza di pressione tra i 2 versanti alpini, italiano e sloveno (con un meccanismo analogo al Foehn). La minor altezza e la disposizione più irregolare delle Alpi nell’area di Trieste fanno sì che a differenza del Foehn la temperatura della Bora sia pressoché uguale su entrambi i versanti.

La Bora è caratterizzata da un’elevata turbolenza e da forti variazioni nel tempo e nello spazio causate dai diversi tipi di terreno che attraversa e dalle alte velocità di scorrimento: tende per questo a presentarsi sulla città di Trieste sotto forma di raffiche talvolta così intense da rendere difficoltoso o impedire persino il camminare per strada.

Solitamente la Bora si distingue in chiara e scura. Nel primo caso si origina sul bordo meridionale di un anticiclone continentale ed il cielo si presenta sereno; nell’altro è il vento di richiamo di una depressione sull’alto adriatico con cielo coperto e precipitazioni, talvolta nevose in inverno.

Il professor Franco Stravisi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Trieste ha studiato dettagliatamente questo fenomeno analizzando, fra l’altro, tutti i dati rilevati dalle stazioni anemografiche della città: per circa 77 giorni all’anno (21%) la Bora è il vento predominante a Trieste, persino più delle brezze marine. Trattandosi di un vento con caratteristiche mutevoli, presenta un vero e proprio ciclo giornaliero, diverso tra semestre estivo ed invernale, con un massimo al primo mattino ed un minimo nel tardo pomeriggio, quando le brezze tendono leggermente a contrastarla. Le intensità più forti si raggiungono durante l’inverno.

Per poter parlare di Bora, il vento deve provenire da Est-Nordest con una velocità media superiore a 5 o 10 m/s (altrimenti si tratta di brezza di terra). La durata dei singoli eventi, sebbene “descritta” in molti simpatici detti popolari, è variabile: generalmente si tratta di 1-2 giorni, con punte di 3-5 o talvolta 6.

Ad eccezione del quinquennio 1960-65 caratterizzato da frequenti episodi, negli ultimi 40 anni la Bora a Trieste si è ripresentata costantemente, con un minimo agli inizi e alla fine degli anni ’80 ed un massimo tra il 1995 e il 1998. Il record si è registrato il 25/12/96 con raffiche fino a 181 km/h.

All’arrivo della Bora l’aria diventa molto secca e fredda in poco tempo, si diradano di colpo nebbie e foschie (con visibilità che sale fino a 20-25 km), si azzerano gli accumuli di sostanze inquinanti e aerosol nei bassi strati, la temperatura diminuisce.

Notevoli anche gli effetti sul mare, dove tendono a formarsi onde sempre più grandi man mano che ci si allontana dalla costa in direzione Ovest-Sudovest. Le creste spazzate dalle forti raffiche si frantumano dando la sensazione di un mare fumante. Il rimescolamento delle masse d’acqua raggiunge i 20-25m di profondità: si instaura una circolazione antioraria che determina un ricambio praticamente totale delle acque del Golfo di Trieste.
Autore : Simone Maio