00:00 23 Aprile 2012

Dentro il tornado, video per capire i segreti dei mostri del cielo

Cosa c'è dentro un tornado? Lo possiamo vedere da questo video assolutamente impressionante dal quale prendiamo spunto per rispondere ad alcuni interessanti quesiti postici da un nostro lettore.

 Salve, sono un grande appassionato di fenomeni estremi, soprattutto di tornado. Da non esperto a livello scientifico vorrei porvi alcune domande su un particolare di questo video che secondo me descrive alla perfezione il passaggio di un tornado.

L’elemento di distruzione dei tornado si sa è soprattutto il vento. Al ventitreesimo secondo si nota, appena dopo il passaggio del fenomeno, che per una frazione di secondo tutto rimane in stallo per poi qualsiasi cosa (soprattutto un piccolo pinetto nel giardino) piegarsi a 90 gradi prima di essere "risucchiata" come da un’aspirapolvere. Le mie domande sono:

1) al passaggio del tromba d’aria, quel risucchio è dovuto al gradiente barico forte tra l’esterno e l’interno della struttura vorticosa?

2) perchè si ha quell’aspetto come di stallo prima che tutto viene "piegato" a 90 gradi? l’impressione è come se il vento non sia più così tanto presente come lo era prima dell’arrivo del tornado.

In attesa di una vostra risposta vi ringrazio e porgo cordiali saluti.

 

Risponde Luca Angelini

Solitamente siamo abituati ad osservare quei mostri della natura cui abbiamo dato il nome di tornado, da debita distanza. Negli ultimi anni coraggiose squadre di storm-chasers, ovvero cacciatori di tempeste principalmente americani, hanno coniato una nuova passione non più limitandosi ad osservare da lontano i tornado ma buttandosi perfino al loro interno. Oltre a notevole sangue freddo occorrono anche attrezzature adeguate, senza le quali è meglio osservare certi fenomeni dentro le sicure mura di casa.

Il video proposto dal nostro lettore è uno di questi esempi. Allora, notiamo bene fin dai primi istanti che poco dietro gli alberi di primo piano, quindi molto vicino dal punto dell’osservatore, si sta avvicinando il sinistro imbuto di una tromba d’aria o di un tornado. Essendo in definitiva il vortice un cono che aspira verso il suo centro aria calda e umida, gli alberi citati sono piegati dal vento forte che corre dalle spalle dell’osservatore verso l’imbuto.

Poi arriva il momento cruciale, quello del passaggio del vortice sulla verticale dell’osservatore e qui diamo la parola al nostro lettore il quale si chiede come mai al momento del passaggio del vortice per alcuni istanti sembra tutto fermarsi. La risposta sta in una parola difficile ma che qui spiegheremo con molta semplicità: vento ciclostrofico. Di cosa si tratta?

Il fortissimo sbalzo di pressione tra il centro del tornado e l’ambiente circostante mette in moto un violentissimo vento che ruota attorno al centro, il vento di gradiente. Il gradiente è appunto lo scarto di pressione descritto, che risucchia l’aria dall’esterno verso il centro del vortice. L’aria calda e umida, quindi leggera, trova poi la via di sfogo verso l’alto (azione di risucchio). Il vento però ruota talmente forte che entra in gioco una seconda forza, quella centrifuga. Quest’ultima tende a spingere l’aria dal centro verso l’esterno, ovvero in senso opposto alla forza di gradiente. Ebbene, la struttura di un tornado rimane in piedi proprio grazie al perfetto equilibrio tra il vento di gradiente e la forza centrifuga, fenomeno che va sotto il nome matematico di vento ciclostrofico.

Ora, all’esatto istante in cui il centro del vortice passa sopra il punto di osservazione, si nota questo equilibrio che si traduce in un attimo di esitazione del vento. Gli alberi si fermano, ma poi subito dopo si prostrano verso terra, anche fino a 90 gradi, e qui scatta il secondo quesito, perchè? Perchè subito dopo il passaggio del vortice l’osservatore si viene a trovare sotto un ben noto canale di aria più fredda in forte discesa dalle alte quote. Questo flusso solitamente viene originato dall’impatto della Corrente a Getto contro la parete posteriore di una nube temporalesca particolarmente sviluppata.

Si tratta di aria fredda  e secca, quindi molto pesante e che, inoltre, costringe le goccioline esterne del cumulonembo ad evaporare e quindi a raffreddare ulteriormente l’aria. Il vento quindi "cade" letteralmente da quote molto elevate verso il suolo, creando tanti danni quanti ne crea l’aspirazione inziale. Tecnicamente si tratta del "rear flank downdraft". Dopo questo brutale impatto, rimane solo un vento in indebolimento che soffia ora verso l’osservatore (perchè il vortice è ormai alle sue spalle), poi il cielo rapidamente schiarisce e il tempo migliora.

Tutti questi elemeni ci fanno presumere che ci troviamo chiaramente sul bordo posteriore di una supercella, il tipo più potente di temporale. L’osservazione ci porta dunque a concludere che si è trattato di un tornado mesociclonico, ben differente e ben più violento da una semplice tromba d’aria.

Autore : Redazione