L'alta pressione è stretta in una morsa e diventa snella, come se l'avessero improvvisamente messa a dieta. La sua distensione lungo i meridiani e il restringimento della sua sfera d'influenza è dunque un chiaro segnale che non potrà resistere ancora a lungo, e che probabilmente già nel prossimo fine settimana, le cose cambieranno in modo sempre più netto.
Dapprima sarà l'Atlantico a sfondare, poi riteniamo che sia l'Europa dell'est a fornirci le maggiori sorprese. Proprio la disposizione dell'alta pressione favorirà già venerdì la discesa di correnti fredde perturbate dal Mare di Barents. Quasi sicuramente città come Arcangelo, Jaroslavl, Nizni Novgorod, Mosca, Vologda e Kazan, riceveranno rovesci di neve che saranno accompagnati da un netto calo della temperatura.
Questo raffreddamento potrebbe essere alla base della formazione di un importante anticiclone termico in grado di impadronirsi di tutta l'Europa orientale e di inviare aria sensibilmente più fredda sull'Italia.
Si tratta ovviamente di supposizioni, è bene chiarirlo: nessuno, ribadiamo nessuno tra gli umani esperti del settore, può essere assolutamente certo di una evoluzione meteorologica oltre i 4-5 giorni e talvolta anche nell'arco delle 24 ore.
L'ostacolo maggiore a siffatta evoluzione è rappresentato dalla presenza sulle carte, anche a lungo termine, di un anticiclone sub-tropicale sul Mediterraneo, pronto a riprendere in mano la situazione sulla nostra Penisola e su gran parte dell'Europa centro-meridionale.
Concludendo: un parziale cedimento dell'alta pressione arriverà entro il fine settimana, il raffreddamento russo dovrà essere attentamente esaminato, la forza della depressione d'Islanda altrettanto.
L'alta pressione delle belle giornate miti in montagna e al mare, ma che parallelamente avvelena le nostre città non avrà vita facile.