00:00 5 Marzo 2002

Inverno: ma dove sei finito?

La stagione si trascina placidamente verso una primavera annunciata già da diverse settimane. Il nord America ha vissuto un inverno eccezionalmente mite, da noi all'inizio il Generale non ha scherzato, poi ha mollato la presa. Non sarà certo il possibile afflusso freddo di domenica ad incidere sul bilancio stagionale.

La primavera è entrata di prepotenza nel nostro Paese con l’ultima decade di gennaio. C’è stato è vero qualche episodio nevoso sulle Alpi ma il vero freddo ci ha abbandonato rapidamente dopo aver fatto prematuramente sul serio per un buon mese e mezzo.

Al suo posto depressioni e anticicloni però non hanno saputo offrire uno spettacolo degno di questa meravigliosa scienza. Siamo rimasti ad osservare carte per giorni e giorni, a seguire cocciutamente tutti i capricci dell’alta pressione, per ritrovarci con un tempo ibrido che onestamente non sa di niente e che lascia molte regioni del centro-sud ancora nell’emergenza siccità.

Provate a contare, ad esempio, i mm di pioggia caduti in Sicilia ed in Puglia da novembre ad oggi e resterete di stucco. “E’ la desertificazione!”, si urla da più parti. Noi non vogliamo fare della demagogia in questa sede e pertanto ci asteniamo da commenti catastrofici, anche perchè ormai l’opinione generale, che piova tre mesi di fila o che non si veda una goccia d’acqua per sei mesi, è che sia sempre colpa dell’effetto serra. Punto e basta.

Forse se piovesse regolarmente senza eccessi tre volte la settimana, sarebbero capaci di dire che l’effetto serra inibisce quei bei temporaloni regolari di una volta.

La realtà non cambia di una virgola però e tanto vale commentare un satellite che mostra il tormentato cammino di una depressione che dalla Spagna è venuta avanti faticosamente, tra mille incertezze, quasi dovesse percorrere una Via Crucis per raggiungere il Golgota.

Avevamo già visto simili processioni di nubi avanzare con eleganza e poi bloccarsi quasi d’incanto di fronte allo scenario del Mare Nostrum, restano là incagliate sulle Alpi Occidentali e lasciano a bocca asciutta una terra che freme, la sprona, che ha sete e vorrebbe rispondere alle gocce di pioggia con un ruggito fertile e profondo.

Poi però pensiamo al Niger, al Ciad, al Sudan, al Mali e alla siccità ben più grave che affligge queste zone da molti anni e che è stata all’origine di grande miseria e carestia. Pensiamo a queste zone e ci consoliamo.

Inoltre tra venerdì ed il fine settimana il sud avrà una buona occasione per rivedere la pioggia se dalle ceneri di questa depressione dovesse, come sembra, attivarsene un’altra sullo Jonio. Quell’aria fredda che è attesa per domenica dalla Scandinavia potrebbe poi trascinare il maltempo anche sulle regioni centrali, rinvigorendo il minimo.

Non vivremo affatto un’ondata di freddo però: si tratterà solo di un piccolo episodio: i grandi contrasti primaverili sono ancora lontani; a questo punto è molto probabile che si scatenino ad aprile.
Autore : Alessio Grosso