00:00 29 Gennaio 2001

Il freddo abbraccia l’Adriatico

L'aria fredda richiamata dalla depressione "Piovra" determinerà forti correnti settentrionali sulla Penisola, tempo più freddo ed episodi nevosi su Marche e Abruzzo; poi dovremmo finire nel calderone dell'anticiclone.

La “sfera” non si smentisce e a lungo termine vede nell’anticiclone delle Azzorre il vero sovrano europeo.
Fa sempre notizia: quando c’è, perchè domina la scena, quando si assenta, perchè lascia campo aperto all’Atlantico e alle sue correnti umide e miti.

Ancor più decisivo diventa quanda attacca con i suoi estesi e prodigiosi promontori l’Europa centrale e se lo “stiracchiamento” avviene lungo i meridiani, apriti cielo, arriva l’aria fredda, se l’invasione avviene invece lungo i paralleli, addio sogni o timori (de gustibus) di freddo e neve.

In questa ennesima puntata della saga anticiclonica, ecco il nostro gigante buono cercare di fare amicizia con un figlio illegittimo dell’anticiclone russo-siberiano: il parente povero scandinavo.

Sembrerebbe un amore a prima vista ma l’Atlantico non starà a guardare e farà di tutto per mandare a monte l’inciucio.

Il nostro eroe delle Azzorre allora, non potendo raggiungere il suo scopo, si vendicherà sadicamente, estendendosi beatamente con un bel cupolone su Spagna, Francia, Svizzera, Germania e Italia, chiudendo la porta a tutti: sia al freddo che ancora scendeva dalla Finlandia, sia al mite respiro perturbato islandese, regalandoci la stabilità da tempo perduta.

Cosa comporterà allora tutto questo? Una piccola “tragedia” in termini di inquinamento ambientale. Se fino ad ora l’aria era stata più pulita persino nelle nostre città più inquinate, negando la scocciatura o la gioia (de gustibus) delle domeniche a piedi, potrebbe esserci tutto il tempo di rifarsi.

Inversione termica, smog e banchi di nebbia potrebbero tornare di preopotenza alla ribalta, anche se sicurezze assolute in tal senso i modelli non le hanno ancora espresse.

Resterà dunque isolata e passeggera la frustata nordica del gelo sull’Adriatica? Pare di si, ma il tempo per correggere la rotta c’è ancora.
Autore : Alessio Grosso