00:00 17 Ottobre 2001

Il Burian? Per ora resta un sogno…

Proviamo ad immaginare una delle configurazioni bariche favorevoli al Burian; intanto nei prossimi giorni sembra che l'Atlantico non voglia mollare la presa del Mediterraneo.

Vi ricordate il Professore del Liceo o delle Medie che entrava in classe e sentendo confusione gridava: “cos’è mai questa buriana?”

Magari ai tempi lo ignoravate e lo ignorava anche lui ma si riferiva proprio al “Burian” il vento gelido siberiano della grande madre Russia.

Di questo vento si sono perse le tracce da tempo in Italia, o meglio dal 30 dicembre del 1996.
Oggi abbiamo provato a tracciarvi uno dei possibili scenari che potrebbero riportarcelo.

Guardate quell’alta pressione distesa dagli Urali all’Europa centrale: immaginate sul suo bordo meridionale la discesa di aria fredda in arrivo da ENE, cioè proprio dal cuore degli Urali e anche più ad est, dal bassopiano siberiano.

L’alta pressione funge da “vigile urbano” con il uso enorme nasone.

Due depressioni sono attive ad ovest del Continente, una ha deciso di passare al di sopra della “balena”, l’altra che sembrava più modesta si è tuffata tra Gibilterra e le Baleari e riceve una duplice alimentazione: la prima dall’aria fredda che insegue il fronte freddo legato alla depressione delle latitudini più alte e una seconda sempre da aria fredda siberiana che, dopo un lungo giro, raggiunge il nocciolo perturbato.

Nella carta che vi abbiamo inventato la depressione è però ormai in fase di avanzamento e aria più calda e umida scorre davanti ad essa sovrapponendosi a quella gelida presente sul nostro Paese: sarebbe la situazione ideale per nevicate copiose su tutta la Penisola.

Ma dobbiamo uscire dal mondo dei sogni e guardare alla realtà: non solo non c’è traccia di neve sulle nostre regioni ma nemmeno d’autunno, anche se c’è qualche segnale di svolta.

Nel week-end intanto pioverà al nord e su parte al centro. Le ultimissime carte inoltre sembrano farci intuire che potrebbe non trattarsi di un semplice episodio ma di un solco scavato nel cuore dell’alta pressione, la quale occupa ora una posizione diametralmente opposta a quella che abbiamo disegnato sulla carta.

Un solco che l’Atlantico potrebbe sfruttare lunedì 22 e martedì 23 lanciando nuovi fronti perturbati almeno al centro-nord con annesso calo della temperatura e il ritorno della neve fin verso i 2300 m.

Mercoledì inoltre una rotazione a nord-ovest delle correnti potrebbe spingere qualche corpo nuvoloso anche in direzione del meridione.

Staremo a vedere…
Autore : Alessio Grosso