Questa sera prima di analizzare la situazione, vi invitiamo a riflettere sugli inverni del passato.
Al passaggio dei fronti atlantici, quante volte è nevicato in pianura in gennaio? Risposta: solo quando l'imbuto termico in cui il fronte si inseriva favoriva il fenomeno. Due i casi: afflusso freddo e secco precedente da est e per il NW una fase postfavonica di tipo freddo.
Rare le casistiche che sfuggono da queste semplici regoline.
Se invece pongo la stessa domanda cambiando il mese e mettendo febbraio al posto di geannaio ed infilandoci anche la prima decade di marzo, il fattore termico non è più determinante, ma ne subentra un altro: quello dell'entità del fronte freddo.
In inverno i fronti freddi sono tali solo sulla carta, in realtà a prevalere sono proprio i fronti caldi, cioè l'avvezione calda prevale sulla convezione fredda.
In altre parole è più facile che su un cuscino d'aria fredda scorra orizzontalmente aria calda e umida, piuttosto che si generino moti verticali che diano origine a temporali o rovesci di neve.
Nell'inverno avanzato invece e, nei paesi nordici, anche nella prima parte della primavera, divetano dominanti i moti convettivi e l'arrivo di fronti freddi su un territorio che comincia a scaldarsi, produce spesso importanti rovesci di neve anche a quote basse, talvolta fino in pianura.
Il flusso zonale atlantico cade in un periodo dell'inverno non ancora favorevole a raffreddare i territori su cui esso è deputato a scorrere, pertanto al passaggio di ogni fronte il clima non si raffredda, anzi tende gradualmente a scaldarsi e a divenire saturo dell'umidità, nemica del freddo rigido.
Questo è il tempo che ci attendiamo fino a sabato, ma qui entra la funambolica variante: già da venerdì le correnti non saranno più tese come la corda di un violino da ovest ad est, ma assumeranno dei serpeggiamenti più o meno marcati che riusciranno a favorire maggiormenti gli scambi verticali tra le diverse latitudini, determinando un leggero raffreddamento dopo il passaggio di ogni fronte, utile a far tornare a cadere la neve a quote sempre più modeste, essenzialmente al nord.
Con l'inizio della prossima settimana un deciso rialzo della pressione lungo i meridiani tra il Portogallo e l'Islanda, potrebbe addirittura favorire una discesa d'aria fredda (non gelida) verso il Mediterraneo occidentale e dar vita ad una depressione piuttosto importante proprio sulle nostre regioni.
In questo contesto, sarà la temperatura della massa d'aria che entrerà in gioco a dirci se si tratterà di neve o pioggia e la posizione del minimo a rivelarci quali regioni ne saranno maggiormente soggette.