00:00 6 Luglio 2017

VIOLENTI TORNADO sull’Emilia Romagna: ecco cosa successe nel lontano maggio 2013

Uno sciame di supercelle tornadiche ha colpito l'Emilia Romagna entro un'area compresa tra Modena e Bologna, con ben tre intensi Tornado che hanno sferzato le pianure, presentando notevole intensità. Vediamo nel dettaglio cosa accadde in quella giornata e come sia stato possibile assistere proprio in Valpadana alla formazione di supercelle (temporali provvisti di mesociclone) di questa portata.

Prima la grandine, poi il sibilo del vento ed infine un vero e proprio imbuto che si protende netto e deciso verso il suolo, dando poi origine ad un vortice di immense proporzioni. Quanto hanno assistito gli abitanti delle provincie di Modena, Bologna e Ferrara nel pomeriggio di venerdì 3 maggio 2013, resterà probabilmente nella storia tra gli eventi tornadici più violenti e spettacolari del nostro clima.

Da COSA hanno potuto avere origine fenomeni così esasperati ed intensi?

Dobbiamo innanzitutto considerare come la Valpadana, più di altri settori d’Italia, diviene talvolta teatro di episodi temporaleschi che, come dinamiche intime di sviluppo, sono spesso raffrontabili a quelle tipiche negli Stati Uniti; sono infatti noti alla storia, eventi di tipo tornadico che, a fasi alterne, hanno interessato le zone di pianura, presentandosi talvolta anche intensi.

In realtà gli eventi più rilevanti nascono da una particolare categoria di temporale, definito in gergo tecnico come "supercella". Quest’ultimo è un temporale costituito da un mesociclone, cioè una corrente ascendente (cuore ed anima di ogni temporale) provvista di rotazione. Sovente questo tipo di temporali hanno un aspetto particolarmente suggestivo e spettacolare, quando la rotazione di basso livello risulta particolarmente intensa, possono addirittura dar luogo ad un Tornado.

Quindi non tutte le supercelle danno origine a fenomeni vorticosi al suolo, eppure nel pomeriggio di venerdì 3 maggio la pianura emiliana è stata protagonista di ben due supercelle, entrambe con vortici protesi verso il suolo. La supercella di Bologna ha addirittura dato luogo a due diversi Tornado, per un totale di TRE episodi vorticosi di natura violenta. 

Da cosa può essere scaturita così tanta vorticità in un colpo solo?

Occorre precisare che nei giorni precedenti l’evento, sull’Italia si era manifestata una prolungata avvezione di aria molto calda di origine nord africana; tale massa d’aria ha determinato la strutturazione di uno strato inversionale nel profilo termico verticale su vaste zone della Valpadana, sotto il quale si sono accumulate elevate quantità di vapore acqueo e calore latente, forieri di un notevole tasso di energia potenziale. L’inversione in tali circostanze ostacola il rimescolamento verticale dell’aria che determinerebbe una migliore dispersione del calore e dell’umidità nei diversi strati atmosferici. 

Quando per un qualche motivo, questo "tappo" d’aria più calda in quota viene "rotto" dal sopraggiungere di una massa d’aria più fresca negli strati medi dell’atmosfera, possono prendere origine violente manifestazioni temporalesche. Soprattutto nei periodi estivi, questa dinamica sulla Valpadana è assai frequente e proprio per questo non è sufficiente a spiegare una tornadogenesi di questo livello.

A regalare lo "spin" necessario ai nostri temporali per diventare supercelle e poi dar luogo a Tornado, chiamiamo in causa la cosiddetta "dry line", cioè quel fronte d’aria secca che si origina in Appennino per poi scendere verso la pianura e scontrarsi con l’aria umida preesistente.

In realtà a regalare una simile vorticità non sarebbe stato sufficiente il solo apporto d’aria umida naturalmente contenuto all’interno del catino padano; sul fronte di avanzata della dry line che generalmente si accompagna al rinforzo di una ventilazione sud-occidentale, abbiamo ritrovato venti umidi di Scirocco provenienti dall’alto Adriatico che hanno ulteriormente inasprito la convergenza tra queste due masse d’aria, implementando in loco la vorticità necessaria a consentire la nascita dei vortici.

L’analisi dei venti alle quote superiori denunciava la presenza in loco di un ramo della corrente a getto accompagnato da un raffreddamento delle temperature ad opera di masse d’aria più fresche oceaniche, quindi una veloce sovrapposizione tra masse d’aria AFRICANE, calde e stabili e masse d’aria OCEANICHE, fresche ed instabili. I nostri temporali hanno inoltre presentato un updraft (corrente convettiva) ad asse obliquo, con buona separazione tra correnti ascendenti e discendenti ed uno spiccato wind shear positivo, elementi necessari a dar vita a sistemi temporaleschi isolati ed estremamente organizzati.

Un quadro di fortissima instabilità atmosferica i cui effetti sono ampliamente descritti senza bisogno di ulteriori parole nei filmati qui proposti. 
 

Autore : William Demasi