00:00 30 Ottobre 2014

Viaggio negli inverni più freddi del passato: il 1500 e il 1600!

Riviviamo la piccola era glaciale. Seconda parte.

Seconda parte del nostro breve viaggio di riscoperta degli anni in cui la Terra visse i lunghi inverni gelidi della piccola era glaciale. Dopo aver affrontato il 1400, che trovate qui:
https://www.meteolive.it/news/In-primo-piano/2/Viaggio-negli-inverni-piu-freddi-del-passato-ecco-quelli-del-1400-/43152/
affronteremo in questo articolo cosa accadde nel 1500 e nel 1600.
C’è da dire che, a cavallo tra la fine del 1400 e l’inizio del 500 il clima si addolcì leggermente, ma si trattò solo di una breve tregua, perchè già dalla stagione 1505-1506 il freddo non diede nuovamente scampo all’Europa.
Si hanno peraltro notizie di una storica nevicata sul nord Italia nella stagione invernale 1510-1511, ma il freddo e le nevicate si manifestarono a più riprese sul nostro Paese anche negli inverni del 1514-1515 e nel 1522-1523.
Si associa a questa sequenza notevole di inverni caratterizzati da temperature sensibilmente basse, la fase di quiescenza dell’attività solare, coincisa con il minimo di Spoerer.

Negli anni successivi invece il sole risultò particolarmente attivo e di conseguenza anche le stagioni invernali risultarono più clementi, anzi addirittura miti in certe stagioni, specie nel decennio tra il 30 ed il 40 del 1500. Si trovano scritti in cui si dipinge quel periodo come siccitoso e particolarmente mite, ad eccezione di qualche annata isolata come quella del 1547-1548, in cui si racconta che fosse gelato addirittura il Lago di Garda, che si trascinò sino al 1560, quando il clima invernale cominciò nuovamente ad irrigidirsi sull’insieme del Continente, con il famoso picco del 1564-1565.

Da quell’anno in poi, non solo l’inverno risultò più freddo, ma anche tutto il resto dell’anno, con Groenlandia ed Islanda costantemente prigioniere dei ghiacci.
Fece freddissimo poi anche nel 1568-69 e nell’anno successivo, quando la città di Torino fu ricoperta da ben 200cm di neve. Nell’inverno del 1572-73 gelò anche il porto di Marsiglia. Anche l’ultimo ventennio del 500 risultò particolarmente freddo, ma l’illusione arrivò con il 1600, che presentò un inverno mitissimo in tutta Europa: il 1606-07, subito seguito però da una stagione invernale terribile, che verrà ricodato come la più fredda del 17° secolo. Tanta la neve che cadde nel Veneto e in Emilia, con tetti crollati sotto il peso della coltre bianca.

L’inverno poi andò a concentrarsi soprattutto sulle Isole Britanniche, dove il Tamigi gelò a più riprese. Fra gli inverni più freddi della prima fase del 600 comunque si ricordano quello del 13-14, quello del 34-35, del 1648-49, quello celebre del 51-52, con il Baltico gelato non solo d’inverno ma per quasi tutto l’anno, il 55-56 più freddo che nevoso, il 57-58 con copiose nevicate a Londra, il 66-67 con Senna gelata per alcune settimane e il 71-72 con grande freddo in Olanda.

L’ultima fase del 600 fu caratterizzata da inverni molto crudi, addirittura si ha notizia di nevicate straordinarie in Val Padana a Torino: ben 144 nevicate tra il 75 e l’81.

Nell’inverno del 1683-84 l’Inghilterra fu colpita da un gelo storico con il Tamigi gelato per 3 mesi e dove si effettuò la più grande fiera mai tenutasi, la cosiddetta "Fiera sul Ghiaccio". Consueto lo schema barico con l’anticiclone russo siberiano disteso sino all’Europa occidentale, ciclogenesi mediterranea e per contrasto tanta neve anche su Roma. Dopo una pausa, anche gli inverni dal 1691 al 1695 risultarono molto freddi.

Nel corso di questo secolo, i ghiacciai alpini raggiunsero la loro massima estensione e alcuni villaggi della Savoia e del Tirolo furono travolti dall’avanzata delle lingue glaciali.

Fine seconda parte.

Autore : Alessio Grosso