00:00 25 Dicembre 2016

Un cambiamento IMPORTANTE nella prima decade di gennaio; l’accendiamo?

Già da un paio di giorni le previsioni modellistiche continuano ad ipotizzare una fase fredda ed instabile di chiaro stampo invernale per la prima decade di gennaio. Vediamo nel dettaglio cosa dobbiamo aspettarci.

Per gli amanti dell’inverno e delle sue atmosfere, il "regalo" di Natale arriva quest’oggi dalle continue conferme da parte dei modelli circa un cambiamento importante della circolazione atmosferica nella prima decade di gennaio. Un cambiamento che poggerebbe radici nuovamente in un rallentamento della corrente a getto zonale coincidente con una ripresa dei flussi di calore diretti alle alte latitudini d’oceano Atlantico, laddove prenderebbe vigore una figura di alta pressione disposta lungo i meridiani.

Sull’emisfero possiamo poi osservare la dislocazione delle masse d’aria gelida legate al Vortice Polare, laddove nei prossimi giorni ritroveremo sul continente Euroasiatico ancora un grande accumulo di freddo. Il famigerato "lobo canadese" del vortice assai ridotto nelle dimensioni, in mezzo a questi due poli di freddo, un’intrusione di calore attiva sia sull’oceano Atlantico che su quello Pacifico.

Da questo punto di partenza preferiamo fermarci qui, sottolineando come QUESTA disposizione delle masse d’aria gelida legate al Vortice Polare, costituiscano per l’Europa uno dei pattern di partenza più favorevoli alla nostra causa invernale.

Come sempre dobbiamo fare in conti con i dubbi e le incertezze intrinseche esistenti in una previsione a LUNGO TERMINE, incertezza "alleviata" solo in parte dalle medie Ensemble che disegnano uno scenario abbastanza chiaro. Tra i nodi da sciogliere, oltre alla conferma della sinottica generale, resta da decidere l’effettiva area d’Europa che potrà o meno beneficiare di un raffreddamento che, lo ricordiamo, non neccessariamente riguarderà l’Italia ma potrebbe colpire altri settori lontani dal nostro Paese. Lo scenario cosiddetto "deterministico" disegnato dai modelli rimane infatti ancora troppo variabile e mutevole. 

Seguite gli aggiornamenti. 

Autore : William Demasi