00:00 31 Dicembre 2009

Tracollo eccezionale dell’indice AO: risvolti freddi per molte zone d’Europa almeno sino a metà gennaio

Quando il vortice polare va in letargo a sorpresa.

L’indice di oscillazione artica è di primaria importanza per ipotizzare quale sia l’andamento invernale per il Vecchio Continente.

Dall’inizio di dicembre l’indice ha fatto segnare una caduta libera, fino a scavare una voragine nei grafici della NOAA, costretti a rivederne la scala: è stato infatti sfiorato il valore eccezionale di -6.

Soprattutto negli inverni degli anni 90 siamo stati abituati a vedere un indice AO invernale spesso positivo con la corrente a getto indaffarata a dispensare passaggi perturbati in serie per il nord Europa in un contesto piuttosto mite e spesso turbolento (talvolta anche tempestoso), l’anticiclone russo assente e il mediterraneo in preda all’azzorriano, al secco e senza neve.

Durante le fasi negative risulta probabile la formazione di anticicloni sul nord Europa con possibili conseguenze fredde e perturbate sul resto del Continente, specie nell’area mediterranea, dove però i richiami miti meridionali che precedono i passaggi frontali possono portare le temperature ben al di sopra delle medie di riferimento.

Naturalmente l’indice AO è in “simbiosi” con l’indice NAO (North Atlantic Oscillation), che ancor meglio ci permette di mettere a fuoco dove andranno a collocarsi le figure bariche sullo scacchiere europeo, anche se non tutto risulta così semplice ed automatico.

Gli esperti si chiedono se questo valore eccezionalmente basso possa coincidere con l’inizio di un nuovo trend invernale freddo per l’Europa, difficile comunque rispondere in modo certo.
Autore : Alessio Grosso