00:00 12 Luglio 2013

Terza decade di luglio: attacchi all’estate?

Per il momento probabilmente solo le prime vere azioni di disturbo.

Non si può certo ancora parlare di un attacco di quelli tosti, ma la comparsa sulle mappe a lungo termine delle prime vere depressioni stagionali sul nord e sull’est del Continente, fa davvero pensare che non sia poi così lontano il tempo in cui la stagione estiva, fra l’altro mai al massimo della forma quest’anno, possa pagare dazio ai primi sbuffi freddi in discesa da nord.

Niente paura: l’estate mediterranea ha 7 vite come i gatti; certo se i disturbi incalzano, prima o poi potrebbe subire un ridimensionamento, ma non diamolo mai per spacciata.

L’analisi del modello inglese, sia nella sua emissione ufficiale, che nella media delle corse alternative, propone per lunedì 22 l’inserimento di un vortice depressionario ad immediato ridosso delle Alpi orientali, in sconfinamento poi verso l’alto e medio Adriatico, con la prospettiva di favorire non solo forti temporali su queste zone, ma di introdurre anche un sostanzioso ricambio d’aria.

In pratica aria molto fresca per la stagione raggiungerebbe un po’ tutte le regioni, indugiando particolamente sui versanti orientali. Da notare la spinta dell’anticiclone delle Azzorre verso il Regno Unito e parte dell’Europa settentrionale, in grado proprio di innescare parzialmente questa retrogressione fresca da nord-est.

Diversa ma sempre pessimista anche la soluzione del modello americano, che prevede nella sua corsa ufficiale odierna per lo stesso periodo la presenza di un vasto vortice depressionario sulla Scandinavia, in grado di affondare verso sud, monopolizzando gradualmente il tempo per diversi giorni non solo sul centro Europa, ma gradualmente anche sulle nostre regioni, specie quelle settentrionali, con le Alpi a farne maggiormente le spese, ma con gran parte del nord e delle regioni centrali a rischio di frequenti precipitazioni.

A smentire tutto ci pensa la corsa di controllo dello stesso modello, che prevede invece una situazione più favorevole al mantenimento di condizioni estive, ma in un contesto di generale variabilità al nord, specie sulle Alpi.

Comunque sia, si vede tutto stamane dai modelli, fuorchè una performance dell’anticiclone africano sul nostro Paese. Vi sembra poco?

Autore : Alessio Grosso