00:00 25 Marzo 2018

TERIBERKA: la città dimenticata nell’Oblast’ di Murmansk (Russia)

Un paesaggio desolato e desolante, l'ipnotica danza delle aurore boreali sopra le fredde architetture decadenti dell'ex periodo sovietico. Una settimana di completo isolamento nella gelida tundra della Russia artica.

Un nostro inviato speciale è riuscito a documentare quel che ancora rimane di una città collocata nelle remote e gelide coste del Mare di Barents, sulla parte più settentrionale della Russia Artica. Sino a qualche decennio addietro, Teriberka era un centro abitato vivo e fiorente, basato sulla pesca. Nel 1956 contava ben 4700 abitanti, poi nel corso degli anni la città è andata in contro ad un progressivo spopolamento, al punto che secondo gli ultimi dati aggiornati al 2010, gli abitanti rimasti sono poco più di un migliaio, di cui almeno 200 disoccupati.

Delle vecchie attività ittiche di un tempo non vi è quasi più traccia ed i relitti dei vecchi pescherecci, giacciono arenati lungo la costa, come un lontano ricordo di un’epoca che non tornerà mai più ai fasti del passato.

Quelli che vi rimangono, ormai da anni attendono gli sviluppi di un progetto che prevederebbe lo sfruttamento di un enorme giacimento di gas collocato a largo della costa. Il progetto prevede il trasferimento del gas prodotto dalle piattaforme offshore alla cittadina di Teriberka, dove dovrebbero essere costruiti terminali imponenti per processare e trasportare il gas liquefatto (LNG). Valore stimato: oltre 20 miliardi di dollari.

Al momento però l’avvio di questo enorme progetto, pare essere bloccato da una serie di circostanze sfavorevoli, quali il clima estremamente rude ed ostile e soprattutto dalla grande crisi globale finanziaria del 2008-2009.

Il nostro parere sulla cittadina e sulla sua popolazione che ancora vi si ostina a vivere… 

" Avvolta dal gelo artico, le porte di Teriberka sono raggiungibili solo dopo aver percorso diverse ore di macchina da Murmansk, nel mezzo del deserto bianco, ovvero una landa desolata di ghiaccio, neve e vuoto. A prima vista sembra un accampamento abbandonato sul mare di Barents, vi si trovano case diroccate, decadenti, ferme all’epoca Sovietica. Poca gente nelle strade, si affretta a rientrare a casa per scappare dal freddo pungente.

Qualche anziana con la spesa acquistata nell’unico alimentare della città, a fatica si fanno strada tra la neve ed il soffio gelido del vento, un breve scambio di parole e poi continuano per la strada di casa. Qui non ci sono nè bar, nè ristoranti, la gente non passa il tempo fuori a meno che non sia necessario. Non parlano inglese e non ne vedono la necessità, dato che quei pochi turisti che vengono, sono per lo più della Russia e della Cina, quindi per comunicare, saper masticare un po’ di Russo è fondamentale.

Nonostante la barriera linguistica, la gente è disponibile e provano sempre a farsi capire per scambiare quattro chiacchiere, davvero incuranti se una persona li capisca o meno.

La vita gira a rilento e sembra molto monotona, anche perché c’è davvero poco da fare, perennemente condizionati da un clima rude, quello della tundra. Un’atmosfera gelida ma nell’animo i locali non sono poi così freddi e basta qualche sorriso oppure scambiare qualche parola nella lingua locale per farli sorridere a loro volta."

Autore : William Demasi