00:00 4 Maggio 2009

Temporale si o temporale no? Alcune semplici regole per la nostra previsione personalizzata

A volte un temporale in avvicinamento sembra improvvisamente deviare per lasciarci a bocca asciutta. Altre volte invece pare tornare sui suoi passi e investirci con intensi acquazzoni: Da cosa dipendono questi dribbling?

Cielo nero pece davanti a noi: il vento si leva improvviso e preannuncia l’arrivo del temporale: tutti corrono per raggiungere ripari prima che si aprano le cateratte del cielo. Nel giro di pochi minuti però tutto sfila inspiegabilmente da un lato e ci lascia con…un nulla di fatto. Cosa è successo? Il temporale ha cambiato direzione? Ci ha dribblato deliberatamente?

A volte sembra farlo apposta per farci un dispetto, tuttavia le meccaniche che guidano le sorti di un temporale sono molteplici e complesse. Per comprenderne lo schema generale nel caso dei temporali da noi più frequenti, quella denominati “a multicella”, pensiamo ad un caso concreto: immaginiamo di essere al centro della piazza principale del nostro paese o della nostra città e guardiamo verso nord.

Primo caso: quel giorno un ammasso di nubi temporalesche sfila sui cieli della nosta città in seno alle correnti in quota, quelle che guidano il sistema nuvoloso nel suo viaggio, disposte da sud verso nord. Forti venti in quota non solo forniscono energia al temporale ma ne plasmano le forme. Scoppia il primo temporale, sentiamo i tuoni a nord della città, vediamo il nero che da quella direzione avanza verso di noi. Ma come, il vento in quota non avrebbe dovuto spingerlo dalla parte opposta, ossia verso nord?

Non abbiamo avuto ancora il tempo di risolvere questo interrogativo che già accade qualcos’altro di altrettanto strano: tutto il malloppo scuro, anzichè riversare su di noi tutto il cuo carico d’acqua come sembrava, sfila verso est. Cosa è successo? Per comprenderlo dobbiamo sapere che in questo tipo di temporali le nuove celle si sviluppano per mezzo del sollevamento di aria calda e umida operato dalla colonna fredda e pesante che precipita insieme alle…precipitazioni della prima cella temporalesca giunta a maturità. E’ il fenomeno della rigenerazione. Nel nostro caso la rigenerazione ha causato lo sviluppo di una seconda cella convettiva a sud del primo temporale giunto a maturità (ecco perchè lo abbiamo visto avvicinarsi nonostante il movimento complessivo del temporale fosse contrario ossia verso nord).

Nel frattempo però, quando il temporale sulla nostra città sembrava ormai imminente, ecco che è subentrata una nuova forzante: la forza di rotazione di Coriolis, in virtù della quale le correnti discendenti che escono dalla cella matura per alimentare la nostra nuova futura cella, si avvitano verso il basso ruotando in senso antiorario. In questo modo, l’angolo di impatto di questo blocco d’aria con il suolo solleverà nuova aria caldo-umida con direzione più orientale, quindi alla destra rispetto all’asse del temporale.

Ecco quindi che nel nostro caso, la nuova cella si è sviluppata a nord-est della nostra città e il temporale nel suo complesso sembra dunque aver deviato dalla sua traiettoria iniziale. A seguire, lo stesso meccanismo della rigenerazione svilupperà una terza cella giovane in coda alla seconda, mentre quest’ultima si troverà in fase matura e la prima, quella più a nord, in fase di dissoluzione. La terza cella, l’ultima nata del gruppo, si metterà dunque in fila alle altre ma ancora un po’ più ad est e così via via le altre che seguiranno. Ecco che il nostro temporale sfugge poichè si muoverà complessivamente verso nord-est; sopra le nostre teste il cielo torna a rischiarsi: falso allarme.

Secondo caso: quel giorno il nostro temporale si propone con un bel nero a nord-ovest della nostra piazza. La situazione circolatoria a livello generale è la medesima del caso precedente, con correnti in quota da sud. Solito faso allarme penserà qualcuno (il temporale seguendo le correnti in quota dovrebbe infatti muoversi verso nord). E invece no: in men che non si dica il cielo rabbuia proprio sopra la nostra testa, il vento è ancora calmo e una sensazione di afa ci pervade.

Siamo sotto la base del temporale, laddove il tiraggio verticale è massimo; a breve si scateneranno i fenomeni e converrà senz’altro trovarsi un riparo soprattutto perchè in una cella nuova di zecca solitamente prima dell’acqua arrivano i fulmini. Ma in sostanza cosa è accaduto questa volta?

Ci siamo semplicemente trovati lungo la traiettoria della rigenerazione, la quale ha causato lo sviluppo della nuova cella poco più ad est dell’asse del temporale. Quest’ultimo, anche in questo caso, si muoverà nel suo insieme verso nord-est. Ecco quindi quel cielo nero che in un primo momento sembrava sfilare a nord-ovest ci piomberà invece addosso con tutto il suo carico di fenomeni. Scherzi della Natura.
Autore : Luca Angelini