00:00 12 Luglio 2010

Temporale a orologeria, ecco come salta il tappo dell’atmosfera

Mattine soleggiate sembrano preludere a una giornata splendida. Nel pomeriggio però dal nulla si materializzano imponenti nubi cumuliformi che spesso sfociano in violenti temporali. Come prevedere per tempo questi mostri del cielo?

Esempio di radiosondaggio. Con strumenti come questo i meteorologi hanno ha disposizione una innumerevole quantità di dati e informazioni utili ad una corretta previsione del tempo, in particolare per quanto riguarda le condizioni che preludono a temporali.

Tutti quanti quando al risveglio scrutiamo il cielo per comprendere come sarà il tempo della giornata spesso non facciamo i conti con le bizzarrie dell’atmosfera. Sovente nella stagione primaverile ed estiva un cielo sereno al mattino non significa necessariamente una giornata soleggiata fino a sera.

Così, se abbiamo fatto delle valutazioni errate o superficiali, ci ritroviamo magari nel bel mezzo di una escursione in montagna a dover fronteggiare situazioni pericolose legate soprattutto ai temporali improvvisi. Ma quali sono i meccanismi che regolano queste sgradite soprese meteorologiche?

Anzitutto diciamolo pure: il meteorologo capace e attento non si fa cogliere di sorpresa da questi eventi e generalmente mette in guardia il pubblico divulgando la possibilità di temporali pomeridiani. La vasta strumentazione in possesso dei professionisti del cielo permette infatti l’analisi dettagliata di talune situazioni che possono preludere al pericolo di temporali inaspettati.

Il radiosondaggio, ossia la misurazione delle caratteristiche dell’aria dal suolo fino alla stratosfera per mezzo di palloni, risulta all’uopo uno tra questi strumenti, probabilmente il più prezioso e immediato. Esso permette di capire come sia impostata la stratificazione dell’atmosfera sopra una determinata località.

Spesso nelle ore del mattino si possono individuare inversioni termiche a quote differenti. Queste bloccano il rimescolamento dell’aria il quale rimane confinato nello strato limite in prossimità del suolo. I meteorologi utilizzano in questo caso un parametro numerico desunto proprio dal radiosondaggio e denominato CAP. Più il CAP è forte e più la convezione risulta difficile, minore è (in teoria e nella seconda parte vedremo perchè) la probabilità di temporali.

Queste inversioni possono essere rimosse nel corso della giornata da vari accadimenti, come dal transito di aria più fredda in alta quota, l’arrivo di una perturbazione, un sollevamento forzato dell’aria contro una barriera montuosa e, non ultimo, dal riscaldamento solare dei bassi strati.

Laddove questi fattori si sommino, ecco che il nostro temporale diventerà sempre più probabile. La radiazione solare in particolare è in grado di rimuovere gli strati di inversione e sfondare il CAP. Salta così il tappo invisibile dell’atmosfera, inizia la convezione. Va da sè che questo fenomeno risulta repentino poichè può portare da una situazione di cielo sereno a un pericoloso e improvviso sviluppo temporalesco in pochissimo tempo con un efetto sorpresa assolutamente da non sottovalutare.

 

Autore : Luca Angelini