00:00 11 Gennaio 2010

SUPER-AMARCORD: la barriera alpina protegge il Nord Italia 25/01/1986

Continua il nostro viaggio nel meteo del passato a cura di Alessandro Bruscagin.

7° puntata 25 gennaio 1986
i fronti freddi provenienti da Nord/Ovest si addossavano alla catena alpina e provocavano un marcato effetto “Stau”, o di sbarramento, generando di conseguenza copiose e violente nevicate sulle regioni svizzere ed austriache. Totalmente opposta la situazione a Sud delle Alpi, in special modo su Piemonte, Lombardia e Liguria: il fenomeno opposto allo Stau, e cioè il Foehn (o Favonio), spazzava le suddette regioni, lasciandole sotto ad un cielo blu terso e limpido, con temperature gradevoli: ma qual’era la situazione sinottica su scala europea? La vediamo illustrata qui a sinistra dal meteorologo Guido Caroselli: la perturbazione n°16, superate e parzialmente “saltate” le regioni settentrionali italiane, si avviava verso Sud/Est impegnando prima il centro e poi le regioni meridionali. Al suo seguito un ulteriore impulso freddo, che possiamo notare tra l’Olanda e la Germania settentrionale, avrebbe puntato nuovamente verso la nostra Penisola, apportando le medesime conseguenze del primo. Tutti gli impulsi freddi erano pilotati dalla profonda depressione sul Nord Europa di 976 hPa, che risultava in lento spostamento verso levante rispetto al giorno prima, quando si trovava ancora sulla Danimarca.

Grazie al climatologo Giovan Battista Mazzoni elenchiamo alcuni dati meteorologici rilevanti relativi alla giornata del 25/01/1986: l’ingresso della Tramontana si fa sentire bruscamente in Toscana attorno alle ore 12, con repentino cambio di vento e rotazione dai quadranti settentrionali. L’aria fredda in quota da Nord causa una imprevista debolissima nevicata a Roma, costituita prevalentemente da graupel. Nevica abbondantemente in Belgio; neve anche sul Vesuvio, interrotta per neve la Capranica-Guadagnolo nel Lazio; pioggia mista a neve a Napoli. 10-20 cm di neve cadono sul Sub-Appennino Dauno in Puglia, bufere di neve si abbattono sulla Sila, mentre la Sardegna è spazzata da un poderoso Maestrale a 120 km orari, con nevicate sparse oltre i 700 metri.

L’inverno colpisce duro al Centro-Sud e dorme al Nord, 26/01/1986.
8° puntata
Non c’è nulla da fare: se in inverno le perturbazioni sull’Italia provengono da Nord/Ovest, le regioni settentrionali, sottovento alla catena alpina e quindi protette, godono di splendide giornate soleggiate e miti (ma ventose), mentre il Sud e le regioni centrali adriatiche sono sferzate da venti gelidi e da nevicate fino a quote basse. E’ quanto stava accadendo tra il 25 ed il 26 gennaio 1986: una volta scavalcata la catena montuosa e lasciato quasi illese le regioni subalpine e padane, la nuvolosità si ricompone dall’Umbria verso Sud, e la Tramontana che la accompagna provoca drastici cali della temperatura (anche di 10 gradi rispetto al giorno prima), come si vede eloquentemente nel quadro termico delle ore 13 del 25.1.1986, riportato nella foto e tratto da “Che tempo fa” di RaiUno delle ore 19:50.

Il meteorologo Andrea Baroni illustra la situazione sinottica prevista per il 26 gennaio 1986. La corrente fredda proveniente dalle regioni artiche e legata alla depressione in fase di colmamento che si sta gradualmente portando verso l’Europa orientale si sposta anch’essa verso Levante, ma sarà tutt’altro che una corrente di “buon tempo”. Sarà presente variabilità sul lato nord/occidentale italiano, che vedrà farsi strada schiarite sempre più ampie, favorite anche dal cuneo di alta pressione sulla penisola iberica che spinge verso Est, mentre il tempo sarà instabile/perturbato sulle regioni centrali adriatiche ed al Sud. Guardate attentamente questi quadri e confrontateli con quelli che appariranno nelle prossime puntate: la situazione cambierà completamente.

La nostra Penisola veniva divisa in quattro fasce di previsione: cielo poco nuvoloso e ventoso su Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte e Liguria. Nuvolosità variabile sul Nord/Est e su parte delle regioni centrali. In maniera errata venivano indicate nevicate sulle zone pianeggianti venete, che invece l’indomani non avrebbero visto nessuna precipitazione. Cielo molto nuvoloso su Lazio, Abruzzo Molise e Campania con precipitazioni nevose anche a quote basse (Baroni non escludeva la possibiltà di spruzzate di neve notturne a Roma). Infine, senza troppi timori quella sera venivano annunciate nevicate anche in pianura su Puglia, Basilicata e Calabria Jonica.
Autore : Alessandro Bruscagin