00:00 9 Luglio 2010

Sole e caldo sull’estate degli Italiani, fino a quando?

Analizziamo sinteticamente le ragioni che hanno portato allo sviluppo dell'anticiclone afro-mediterraneo e cerchiamo di capire i prossimi passi che ci riserverà la circolazione atmosferica.

Alta pressione sul luglio italiano. Un’alta pressione dalla robustezza forse un po’ fuori programma, così come fuori programma è senz’altro quella spirale depressionaria scatenata sul nord Atlantico. I contrasti attivati da questo dipolo pressorio risultano evidenti da una serie di strappi della corrente a getto, più simili a quelli che avvengono normalmente nelle stagioni intermedie, piuttosto che in piena estate.

Da qui la costruzione e la propagazione verso il Mediterraneo di un anticiclone che nessun modello a lunga gittata, nessuna proiezione stagionale aveva messo in preventivo, soprattutto per quanto riguarda la sua tenacia.

Orbene, la lunghezza delle onde planetarie sembra avere trovato nell’attuale dislocazione delle pedine atmosferiche, una sorta di equilibrio dinamico. Di conseguenza non possiamo che aspettarci una stazionarietà della situazione; in altre parole, là dove ruotano nubi e perturbazioni (sul nord Atlantico) continueranno a permanere condizioni di tempo perturbato e venti forti, mentre là dove imperano sole e caldo, continueranno a permanere condizioni di tempo estivo a tutti gli effetti.

Nel breve termine altri impulsi depressionari figliati dal vortice polare finiranno entro il calderone nord-atlantico, causando alternativamente alcuni sfarfallamenti del suo asse. Ne deriveranno alcuni brevi fasi contraddistinte da una propagazione delle condizioni di instabilità ivi presenti anche verso l’Europa centrale.

Per l’Italia possiamo senz’altro considerare la possibilità di qualche infiltrazione instabile nei primi giorni della prossima settimana e precisamente tra lunedì e mercoledì. Niente di che, a parte qualche rovescio e brevi spunti temporaleschi, il tutto relegato all’arco alpino, con rischiami isolati eventuali anche in Appennino durante le ore più calde della giornata.

Insomma nessun cambiamento significativo all’orizzonte almeno fin oltre la metà del mese. Del resto sappiamo che quando la natura imposta un determinato equilibrio, ogni cambiamento che comporti spreco di energia risulta di difficile applicazione, a maggor ragione in un periodo come questo, quando anche la più attiva delle perturbazioni è solita apporre il cartello "chiuso per ferie".

Autore : Luca Angelini