00:00 26 Marzo 2008

Riscaldamento globale: segnali di crisi a 360°

Dopo l'inverno australe che lo scorso luglio portò la neve a Buenos Aires e a Johannesburg, anche quello boreale ha mostrato gli artigli. E se da un lato il gelo attanaglia ancora vaste zone del Canada, all'altro capo del mondo i ghiacci antartici, reduci dall'estate, mostrano progressi sempre più evidenti

L’inverno 2008 non molla. Dopo Cina, Medio Oriente, Grecia, Russia e Canada, ora il testimone dell’olimpiade del freddo tocca all’Europa. Nonostante l’equinozio di primavera abbia già suonato la campana boreale, la penisola Scandinava, Danimarca, Germania, Polonia, Austria e Svizzera sono finite sotto zero. E sappiamo anche cosa abbia comportato questa ondata di maltempo lungo lo Stivale.

Dall’altra parte dell’oceano l’irriducibile lobo canadese del vortice polare ha lasciato il segno. Siamo alla fine di marzo e nelle località del nord si misurano ancora temperature dell’ordine di -35°, come a Cambridge, -32 a Inuvik, -23 a Yellowknife Bay ma anche il Labrador non scherza con Kuujjauq a -22° e Gander a -13°.

Medesima situazione sulle rive della Baia di Hudson con i -21° di Gillam e i -14° di Moosonee. La città di Quebec ha battuto di ben 43 centimetri il suo record assoluto di accumulo nevoso al suolo calcolato da novembre a marzo raggiungendo i 501 centimetri.

Sempre in Canada stracciati i record nevosi degli anni ’70 sia a Montreal che a Ottawa. In quest’ultima località gli accumuli sono risultati addirittura quasi il doppio della media trentennale. Impressionanti i dati riferiti alla superficie ancora innevata nel continente nord americano. Il manto bianco ricopre mediamente con una coltre di 75 centimetri la bellezza di 1,7 milioni di chilometri quadrati.

Dall’altra parte del Pianeta le cose non vanno diversamente. Al termine dell’estate australe i ghiacci dell’Antartide denotano un ottimo stato di salute. In più la superficie glaciale, dopo il periodo più caldo dell’anno, sta già mostrando evidenti segnali di ricompattamento ed espansione. Dal picco negativo registrato a metà febbraio la superficie glaciale ha già guadagnato 1,8 milioni di kmq portandosi ai livelli nei quali si trovava a metà dell’aprile 2007.

Global Warming in crisi? Potrebbe solo trattarsi di una pausa di riflessione, tuttavia un grande viaggio inizia sempre con il primo passo. E questa senz’altro potrebbe essere già un’ottima partenza.
Autore : Luca Angelini