00:00 30 Giugno 2011

Radar nord: così le correnti da NW hanno stracciato il temporale di mercoledì 29 giugno

Dall'analisi radar si evince chiaramente quanto è successo.

Il temporale multicellulare che si è originato a ridosso della fascia pedemontana tra Piemonte e Lombardia era accompagnato da un flusso di correnti discendenti fresche dapprima nei bassi strati, poi anche negli strati medi. In questo modo la cellula non ha mantenuto l’energia presente al suo interno nelle fasi iniziali, perchè le discendenze fresche e secche hanno invaso l’area delle ascendenze.

Da qui l’indebolimento del temporale nella sua marcia sul Milanese. L’animazione radar elaborata da Meteo Lecco, di cui vi offriamo 3 fotogrammi, mette in evidenza l’indebolimento del sistema.

Un principio fondamentale che deve essere infatti rispettato per assistere a fenomeni intensi è che il temporale risulti ad asse obliquo con l’area delle precipitazioni ben distante da quella delle iniezioni di aria caldo umida, cioè dove l’aria tende a salire e dove all’inizio non piove. Un temporale ad asse verticale invece tende a disperdere rapidamente la sua energia, con il fronte di raffica che invade brutalmente l’area delle ascendenze. 

Nel tardo pomeriggio di mercoledì la vasta cellula temporalesca è stata indebolita da questo tipo di "invasione di campo", anche se nel terzo fotogramma il radar sembra voler segnalare un passaggio più marcato sul Milanese (colore marroncino), in realtà, complice l’aria secca, al suolo è giunta meno la metà di quelle precipitazioni, stimate moderate.

 Un’altra cellula figlia si è comunque innescata più a sud (seconda immagine, guardare in basso verso il Vercellese) e qui la discendenza favonica non è riuscita a rovinare il lavoro del nucleo temporalesco, che dal Vercellese ha poi viaggiato verso SE in direzione di Pavese e Piacentino. Qui il temporale è risultato particolarmente cattivo. Alla fine il sistema temporalesco si è unito in un’unica grossa ciliegia che si è poi spostata indebolita verso l’est della Lombardia e sul Triveneto.

 

Autore : Alessio Grosso