00:00 3 Gennaio 2006

Quelli che aspettano…la neve VERA sulle piste olimpiche

Stiamo dedicando molto spazio in questi giorni agli amici del Piemonte che invano stanno aspettando la neve.

A grande richiesta rieccomi a scrivere del Piemonte, del suo sforzo di mostrarsi internazionale di fronte alla grande kermesse delle Olimpiadi che pur non sono i mondiali di calcio, ma che attirano comunque moltissimo gli appassionati di sport invernali.

Ieri sera il TG3 RAI della regione ha mostrato le riprese aeree delle zone che ospiteranno le gare senza fare alcun cenno alla palese mancanza di neve.

Qui non si discute il fatto che gli organizzatori siano stati o meno in grado di preparare piste consone a simili eventi ma della mancanza di quel colpo d’occhio invernale che spingerebbe i turisti a guardare con maggiore simpatia le valli piemontesi, troppo spesso ingiustamente ignorate e considerate un po’ come la Cenerentola o il brutto anatroccolo dell’arco alpino.

Non è così, non deve essere così, la natura di queste valle è a dir poco straordinaria, così come lo sono i panorami e l’offerta turistica che spesso non è stata all’altezza o comunque inferiore ad altre località alpine.

Ottimo ad esempio il turismo di Limone Piemonte, stazione vicina al Colle di Tenda, da apprezzare il progresso della Val Maira e della Val Varaita.
Incredibile invece lo sfruttamento della Val Susa che presenta ben 25.000 seconde case, quasi l’85 per cento del totale delle abitazioni: la classica valle che ha perso l’identità culturale montana per sposare quella cittadina.

Bisogna impedire la proliferazione di casermoni ripugnanti come avventuo al Sestrière.

Le Olimpiadi sono e restano comunque una grande occasione, per questo tutti si aspettano che le montagne indossino l’abito invernale che è quasi completamente mancato in questa prima parte d’inverno.

Diciamoci la verità: qualcuno spera nella nevicata coreografica su Torino proprio nel giorno della cerimonia inaugurale.
Sarebbe già un miracolo visto come sta andando la stagione.
Però, a fronte di un deficit idrico di quasi 500mm annui, qui è importante che si formi una benedetta depressione ben incastrata sul Golfo ligure, bloccata sul posto dalla presenza di un’alta pressione ad est e sufficientemente profonda da richiamare aria mite ed umida da ESE sulla regione, sarebbe l’unico modo per far rientrare il ritardo pluviometrico ma anche per riempire di neve le montagne e far cambiare look alla regione.

Tutti si chiedono: ma possibile che non nevichi più?
Da sempre l’inverno è stagione secca ma negli ultimi anni si è accentuata la tendenza per la regione in tutte le stagioni a misurare precipitazioni ben al di sotto delle medie.

Eppure stiamo parlando di una regione che è stata interessata da ben 2 alluvioni (94-2000) e ne ha vissuta una terza più localizzata nel maggio 2001. Però stiamo anche parlando della regione che, molto più di altre ha risentito negli ultimi 25 anni del cambio climatico sul Pianeta.
La minore penetrazione delle saccature, la diminuzione delle depressioni sul mar ligure, l’assenza dell’anticiclone russo, la spiccata tendenza a circolazioni meridiane ma con minimi barici che si formano sempre troppo ad est, troppo a sud o troppo ad ovest della regione hanno fatto il resto.
L’invadenza dell’alta pressione di matrice subtropicale ha penalizzato più di tutte la regione che presenta una delle orografie più complesse d’Italia, chiusa per tre lati dalle montagne, che hanno bisogno delle correnti giuste per essere superate.

Quelle correnti hanno stentato, fino in fondo il motivo nessuno lo conosce, ma non parlatemi di “maledizione” se non per scherzarci su, con ironia.

Ci lasci così potreste dirmi? E la neve?
Per scaramanzia oggi, meglio non fare ulteriori previsioni.
Autore : Alessio Grosso