00:00 23 Luglio 2015

Quando il termometro impazzisce…

Termometri digitali imprecisi.

Vi alzate al mattino nella vostra casa cittadina e controllate il termometro amatoriale. Vi accorgete che segna due o tre gradi in più rispetto ai valori ufficiali segnalati alla radio o in tv; ricercate giustamente la ragione nel fatto che le postazioni meteo a cui si riferiscono quelle rilevazioni sono collocate nei pressi degli aeroporti o in aperta campagna.

C’è però qualcosa che non vi convince: il sole è già sorto da qualche minuto ma la temperatura continua a diminuire. Come mai? La minima non coincide con la mezzanotte, qualche volta nemmeno con l’alba, ma nel momento di massima dispersione di calore della terra, fenomeno che in autunno e in inverno può anche registrarsi tra le 8 e le 8.30.

Nelle valli alpine strette e circondate da alte montagne, la temperatura può scendere ancora sino alle 9/9.30. L’effetto "canyon" dei condominii intrappola il calore nelle parti basse delle nostre vie e questo calore in surplus viene evacuato con molta lentezza in assenza di vento. Una strada bagnata, evaporando, (se il cielo è sereno), restituisce molto calore allo spazio, facendo diminuire più rapidamente la temperatura notturna nella vostra zona.

L’aria mossa leggermente dal vento si raffredda di più ma la velocità non deve superare i 3 nodi, altrimenti l’attrito genererà calore. Una storia a sè meritano i termometri digitali inseriti nei tabelloni pubblicitari che sono clamorosamente falsati dall’umidità presente nell’aria. "Il freddo umido penetra nelle ossa", osservano gli anziani.

Definizione applicabilissima a questi termometri. Anche se soffia la Bora e arriva il Burian e ci aspetteremmo di vederli piombare a -10°C, ci indicano uno sconvolgente +1°C. Perchè? L’aria troppo secca abbassa il punto di rugiada e l’azione del vento forte per l’attrito che genera ne limita la discesa, salvo nei casi in cui la massa d’aria risulti decisamente gelida.

Occorrerà allora osservare il Dew Point, il punto di rugiada, cioè la temperatura alla quale l’aria raggiungerebbe la saturazione per capire quanto freddo sta veramente facendo.

Il termo digitale diventa più preciso quando l’aria è satura di umidità fino a toccare l’eccesso opposto dopo una nevicata, quando magari la neve penetrata nella struttura paralizza i dati a 0°C quando in realtà magari sta piovendo da ore con +3°C. In città la massima in autunno e in inverno si misura generalmente intorno alle 15.30, ma se la copertura nuvolosa risulta irregolare, o affluisce aria improvvisamente più fredda, la regola perde valore e di notte più fare anche più caldo che di giorno.

La cosa capita spesso in condizioni nebbiose. In città (ma non solo) la combinazione di neve al suolo, banchi di nebbia radenti e cielo sereno, regala la minima più bassa in assoluto. Un bambino infatti, per abbattere l’isola di calore e rinfrescare i quartieri arroventati dal sole estivo, suggeriva ai sindaci di cospargere di cubetti di ghiaccio i viali cittadini con grande "gioia" per gli anziani…

La brezza città-campagna è più regolare in estate, in autunno e in inverno i palazzi fanno ombra e gli scarti termici diurni con la periferia non sono molto netti. La densità del traffico può influenzare l’oscillazione del termometro: nelle ore di punta serali, tra le 18 e le 19, spesso si registra un rialzo termico anzichè, come sarebbe naturale, una diminuzione.

Autore : Alessio Grosso