00:00 15 Ottobre 2009

Quando il Foehn mette il naso in val Padana

La denominazione figurata del fenomeno è dovuta al particolare andamento delle isobare che si infittiscono sopravvento alla catena alpina suggerendo un accumulo di aria sulla grande pianura e probabili imminenti venti di Foehn sui versanti settentrionali della catena.

A volte un semplice sguardo ad una mappa della pressione al livello del mare può dirci tanto. Naturalmente per comprendere quanto avviene negli strati inferiori dell’atmosfera, occorre prima analizzare la circolazione delle quote superiori, focalizzando l’attenzione sugli elementi traccianti delle masse d’aria, come la vorticità potenziale, la collocazione della corrente a getto, la temperatura potenziale ed altro ancora.

Una volta fattasi un’idea di come è impostata la circolazione generale su vari livelli e i processi fisici in atto, possiamo dare spiegazioni plausubili ad alcune forme singolari e ricorrenti che ritroviamo disegnate sulle mappe al livello del mare.

Trovandoci ad esempio in condizioni di venti meridionali che vadano a incidere in modo perpendicolare la catena alpina, riscontriamo un rigonfiamento delle isobare a livello della pianura Padana, una specie di naso con la punta conficcata entro la chiostra alpina occidentale. Cosa significa?

Significa che i venti meridionali, sovente molto umidi perchè di provenienzxa marittima, stanno accumulando aria sul versante sopravvento, quello padano appunto, dove molto probabilmente si stanno verificando anche abbondanti precipitazioni.

Per motivi diametralmente opposti, oltre la cresta alpina, quindi sui versanti settentrionali, si viene a generare una sorta di vuoto d’aria, segnalato dalle nostre isobare tramite un vistoso infittimento. Questo infittimento segnala che su quelle zone sono in procinto di irrompere violente le prime raffiche di Foehn.

A conclusione del fenomeno il “naso” padano tenderà a rimpicciolirsi significando che i flussi hanno pareggiato lo sbalzo di pressione iniziale creatosi tra i due versanti. In queste condizioni, qualora i centri motore che hanno messo in moto le correnti rimangano stazionari, potremo avere precipitazioni anche prolungate e clima relativamente fresco sul lato padano e schiarite favoniche con temperature molto miti oltralpe.

Chi si trovi a valicare la catena alpina in quelle condizioni rimarrà sorpreso dalla forte e immediata differenza e si renderà conto che un baluardo di montagne può incidere in modo determinante sulla manipolazione del tempo atmosferico.
Autore : Luca Angelini