00:00 11 Marzo 2016

Quando a marzo la grondaia gocciola…I bambini e il LAVORO in montagna!

In montagna è impossibile sfuggire al lavoro, tanto il lavoro non sfugge da te, salvo in un caso...quando il tempo decide di regalarti una vacanza. Altro che play station e Nintendo 3DS.

Il ragazzino è disteso sul fieno. Da sotto il tetto scendono schizzi di acqua piovana, qui non lo troveranno tanto presto, tanto sta piovendo e nemmeno al padre verrà in mente subito qualche nuovo lavoro da fare.

In montagna, nel periodo della fienagione, queste giornate vengono chiamate "festività piovane". E in mezzo a quel raro non far niente un continuo preoccupato origliare: piove ancora? O si sta già levando il vento? Allora lo verranno a chiamare per assegnargli un nuovo lavoro.

Vorrà dire sgobbare, oggi, fino a sera, domani, dall’alba sino all’imbrunire, i prossimi giorni, settimane, mesi, per tutta la primavera e l’estate.

Non appena riesci a camminare ti fanno lavorare. Fai questo, porta quello, ormai sei un bracciantino.

Prestissimo si impara a comprendere lo stretto legame tra tempo e lavoro mentre il non far niente viene giudicata cosa pressochè proibita.

Se speri che il tempo passi in fretta non finisce più, mentre il pomeriggio della domenica passa in un batter d’occhio. La frase stereotipa secondo la quale il tempo sui masi di montagna sembra scorrere diversamente racchiude in sè delle verità.

Sopra i masi pare che ondeggi una specie di fluido vivo alimentato dal susseguirsi delle stagioni. Qui è la natura a comandare tutte le vicende di uomini e animali.

Spesso si odia tutto quel lavoro da fare ma di certo si conserva il senso del tempo. Quando in febbraio o marzo la grondaia si mette a gocciolare e ogni tanto si sente cantare un uccello, allora le bestie nella stalla diventano irrequiete.

Le pecore fiutano l’erba che cresce sotto la neve. In aprile, maggio è tempo di semina per i grani primaverili, avena, orzo e anche frumento.

Ma prima c’è l’aratura, che preferibilmente va fatto subito dopo la pioggia. Se l’aratro fa un polverone è un cattivo segno.

Seguono la semina e l’erpicatura, l’accurata pulizia dei solchi d’acqua e alla fine un "Dio ce la mandi buona". Ora comanda il tempo.

Bibliografia: tra terra e cielo, i contadini di montagna del Sudtirolo, Athesia editore

Autore : Alessio Grosso