00:00 25 Novembre 2011

Primi giorni di dicembre: la faccenda si fa INTRICATA

Da una comparazione dei tre principali modelli risulta difficile scovare una linea di tendenza per i primi giorni di dicembre. Noi, comunque, ci proviamo...

Caos modellistico per i primi giorni di dicembre! E’ vero che il modello americano insista per la sua strada, ma è altrettanto vero che l’ europeo faccia di tutto per smontare la tesi del "cugino" di oltre oceano.

L’alta pressione è un osso duro. Questa figura barica è sempre mal digerita dalle elaborazioni modellistiche. Troppo spesso viene sottostimata, uscendo allo scoperto anche quando ormai un peggioramento sembrava "cosa fatta".

L’unico modo per di districare la matassa ( o almeno tentare di farlo) è una comparazione tra i tre principali modelli che sono presenti in rete. Il giorno preso in esame è GIOVEDI 1 DICEMBRE.

Il modello americano, ricalca quasi maniacalmente la stessa situazione da giorni, senza ritrattarla mai.

Secondo questa elaborazione, ci sarà un forte peggioramento sull’Europa occidentale per i primi giorni di dicembre, con piogge intense al centro-nord. L’ingerenza di correnti umide sciroccali potrebbe innalzare la quota neve, che tornerebbe comunque ad abbassarsi con l’avvicinarsi del nocciolo più freddo da ovest.

Insomma, secondo il modello americano, si andrebbe verso un forte peggioramento, con piogge intense e neve relegata solo alla fascia alpina.

Ecco invece la previsione del modello europeo per il medesimo giorno. Come vedete, sull’Italia non c’è traccia di alcun peggioramento. La presenza di una modesta saccatura sull’Europa occidentale non darà minimo pensiero all’alta pressione, che la sbatterà oltralpe, con un nulla di fatto in sede italica.

Successivamente arriverebbe aria più fredda da nord-ovest, con qualche nevicata sui rilievi oltralpe, ma per la nostra Penisola non ci sarebbero effetti degni di nota.

Questa dicotomia, tra il "nulla europeo" ed il "forte peggioramento americano" sta andando avanti da diversi giorni. Vedremo chi la spunterà.

Ultimo, ma non meno importante ( ma ancora poco ultile al fine di sciogliere almeno in parte la prognosi) è il modello canadese.

Simile all’americano come assetto, ma con la saccatura che affondarà troppo ad ovest, senza poi avanzare verso di noi.

Aria fredda troppo ad ovest, aria calda sulla nostra Penisola, un calcio di rigore a porta vuota per la solita egemonia dell’alta pressione italica.

Noi a che modello crediamo? Per il momento al più coerente dei tre, ovvero quello americano. Riteniamo quindi che l’ipotesi di un peggioramento marcato sull’Italia sia ancora la più credibile. Per avere maggiori certezze si dovrà però aspettare l’inizio della settimana prossima.

Autore : Paolo Bonino