Prima decade di marzo: al limite tra primavera ed inverno
Nella giornata odierna i modelli sul lungo termine operano un parziale dietrofront rispetto alle tendenze bariche molto primaverili intraviste sino alla giornata di ieri. L'esordio marzolino potrebbe essere ancora improntato su configurazioni bariche e pattern tipicamente invernali. Esistono però dei se e dei ma.
Con l’arrivo di marzo la strada intrapresa dall’atmosfera potrebbe essere meno primaverile di quanto si potesse pensare inizialmente. Quello che emerge dalle proiezioni modellistiche relative alla prima decade marzolina, sarà la completa assenza di un Vortice Polare adeguatamente strutturato alle elevate latitudini.
Fasce anticicloniche in posizione decisamente sbilanciata verso nord, determineranno con tutta probabilità un proseguimento della stagione che, almeno inizialmente, stringerà l’occhiolino a standard atmosferici tipicamente invernali. Masse d’aria fredda di origine artico-marittima potrebbero trovare una valvola di sfogo sull’Europa occidentale scendendo prepotentemente verso sud. Tutto questo agevolerebbe la formazione di alcune nuove depressioni con obbiettivo il bacino del Mediterraneo.
Questi imponenti scambi nord-sud di masse d’aria sono oltremodo favoriti dallo stesso periodo stagionale nel quale ci troviamo. Le masse d’aria presenti alle alte latitudini sono diventate estremamente fredde, nel frattempo le masse d’aria calda subtropicali tendono a spingersi verso nord con maggiore facilità, esasperando gli scambi meridiani.
Servono ancora conferme, tuttavia un’evoluzione di questo tipo non rappresenterebbe certo una anomalia nel panorama meteorologico italiano. Nonostante l’arrivo di marzo è stato convenzionalmente posto come periodo stagionale "limite", che sancisce la fine dell’inverno con l’inizio della primavera meteorologica, non esiste in realtà un limite preciso tra le due stagioni. Esiste soltanto un trapasso graduale da standard tipicamente invernali a standard primaverili.
Volendo dare la sua dose di importanza alla statistica, un esordio marzolino ancora spiccatamente invernale è piuttosto frequente negli inverni europei. Nonostante le giornate si allunghino velocemente e il sole divenga giorno dopo giorno sempre più forte, le masse d’aria presenti alle latitudini settentrionali, raffreddate dalla lunga notte polare appena conclusa, sono in grado di garantire ancora ottime performances invernali.
Seguite gli aggiornamenti.
Autore : William Demasi