00:00 28 Ottobre 2014

Previsioni meteo inverno 2014: in un mare di indici l’importante è trovare…l’inverno!

L'inverno resta la stagione più seguita dagli appassionati di meteorologia. Su di lui poggia gran parte dell'interesse per questa affascinante scienza e nessuna stagione viene analizzata con tanta meticolosità. Spesso però i risultati risultano comunque insoddisfacenti.

Una volta dalle nostre pagine si diceva empiricamente che il tempo di ottobre fotografasse un po’ il possibile andamento della stagione invernale. Negli ultimi anni è nato un indice che proprio partendo dai dati raccolti durante questo mese autunnale, vorrebbe darci qualche indicazione in più sull’andamento della stagione invernale.

Non è che l’osservato speciale dell’Opi, il vortice polare, durante questo mese, abbia fatto vedere granchè; eppure l’indice, definito OPI, indicherebbe una stagione fredda governata nel complesso da una oscillazione artica negativa.

In soldoni, un vortice polare troposferico non in gran forma, con frequenti scambi meridiani di calore, flusso perturbato atlantico più basso di latitudine rispetto alla norma e dunque occasione per episodi invernali, magari anche per l’Italia.

Un altro indice, il SAI, che monitora il manto nevoso sul settore euro asiatico, spinge in tal senso e farebbe segnare dunque un valore negativo.

Se facessimo 2+2, cioè se ci aggiungessimo la negatività della quasi biennale oscillazione dei venti nella stratosfera subtropicale e una bassa attività solare, il risultato potrebbe essere quello di un inverno perlomeno normale, che peraltro vuol dire tutto e niente, però è già un indizio.

E il Nino? Con buona probabilità non influirà molto sul nostro inverno.

Ritengo peraltro l’indice OPI, per quanto frutto di un grande lavoro, ancora largamente sperimentale, così come ho già avuto modo di obiettare su certi automatismi dati per scontati riferiti agli indici in questo articolo:
https://www.meteolive.it/news/In-primo-piano/2/previsioni-stagionali-inverno-2014-2015-cosa-non-quadra-/47766/
Qualora ancora non bastasse però ecco arrivare anche (l’ufficioso) l’indice di zonalità emisferica, altrimenti detto IZE, riferito alla zonalità del vento alle diverse superfici isobariche. E costui abbatte impietosamente il castello invernale costruito dagli altri due indici. 

La sua analisi a tutto tondo della costruzione del vortice polare indica chiaramente che potremmo assistere ad un’altra stagione con discrete performances del principale regista del tempo, salvo nel mese di dicembre, in cui il vortice polare potrebbe risultare sottotono, avallando così le teorie degli altri indici. 
 
Da metà gennaio (e tra l’altro non sarebbe poi una gran novità, visto che di stagioni così ne abbiamo viste tante) la corrente a getto tornerebbe a spingere con forza, indicando chiaramente nella zonalità più o meno sparata le sorti dell’inverno.

Certo, più il fronte polare scende di latitudine, più anche in presenza di correnti piuttosto tese da ovest, un po’ di freddo riesce a guadagnare il Mediterraneo, ma la lunga esperienza di vita, prima ancora che professionale nel campo, ad osservare le stagioni, ci dice di non fidarsi troppo e nemmeno di complicarsi la vita con troppi indici, se non vogliamo correre il rischio di rimanere strozzati dal vortice polare stesso.

 
 

Autore : Alessio Grosso