00:00 3 Settembre 2010

Prefrontale SUPER! Perturbazione DELUDENTE! Spesso è davvero così…

Quando si attende l'arrivo di una figura di maltempo, i fenomeni che precedono il fronte sono spesso più violenti del fronte stesso. Cerchiamo di capire come mai.

23 settembre 1993: un temporale autorigenerante prefrontale si abbatte su diverse zone del Genovesato. In media cadono tra i 400 e i 500mm di pioggia, con una punta di 800mm in Val Varenna, alle spalle della delegazione di Pegli. Il fronte vero e proprio transita solo tra la sera e la notte, portando accumuli piovosi "normali" tra i 50 e i 60mm sulla zona già fortemente martoriata dagli allagamenti.

Senza andare molto indietro nel tempo: lunedì 17 settembre 2007 su Milano cadono 70mm di pioggia per un temporale prefrontale notturno. Il fronte freddo transita la notte seguente, scaricando solo poche gocce. Insomma: è più forte il prefrontale o il fronte in sè? E’ una bella domanda…e la risposta non è poi così scontata. Il problema sta nella temperatura e nell’umidità presenti su una determinata zona.

In genere una perturbazione separa 2 masse d’aria di natura diversa, la prima calda e umida, la seconda più fredda e secca. Se il fronte si presenta rapido, altrettanto rapido sarà lo scalzamento dell’aria calda ad opera di quella fredda che affluisce dietro al fronte stesso. Di conseguenza i fenomeni si organizzeranno lungo la linea frontale, senza troppe interferenze. Se invece il fronte avanza lentamente ed è ospitato in una saccatura abbastanza vasta, è assai probabile che davanti ad esso si formino delle piccole "onde perturbate".

Trovandosi nella parte "calda" della saccatura, tali onde troveranno al loro passaggio un substrato assai caldo e umido "da scalzare", con la formazione di temporali "prefrontali". La massa d’aria antistante la perturbazione, quindi, può venire rimescolata da questi temporali già prima dell’arrivo del fronte e il conseguente impatto con l’aria più fredda postfrontale in ingresso sarà quindi più morbido.

In questo caso i temporali prefrontali possono avere forte intensità e colpire aree ristrette con allagamenti e danni. Al passaggio della perturbazione vera e propria, paradossalmente, i fenomeni risultano in genere più blandi a causa del minor contrasto termico-igrometrico tra le due diverse masse d’aria. Prefrontale più forte…perturbazione più debole? In genere è così, ma ovviamente non è una regola scritta.

Autore : Paolo Bonino