00:00 21 Gennaio 2012

Possibile cambio di rotta entro fine mese: ecco perchè

I modelli sono però ancora indecisi su come avverrà il cambio degli assetti barici in questa ultima decade di gennaio. Tuttavia ad oggi appare più probabile una modifica del pattern barico generale, europeo ed atlantico. Una manovra che potrebbe concretizzarsi entro la fine del mese e che vogliamo segnalarvi senza la pretesa che sia una previsione certa.

Situazione: durante la settimana un minimo orografico di bassa pressione ha addensato parecchia nuvolosità tra Liguria e Toscana, mentre forti inversioni termiche sono state protagoniste della scena padana. Nella giornata di ieri, venerdì 20 gennaio, un veloce sistema frontale da nord ovest è transitato sull’Italia.

La fase di stasi atmosferica dei giorni precedenti è stata bruscamente interrotta nel pomeriggio di ieri, con l’immissione nella val padana di tiepidi venti favonici.

La conseguenza più immediata è stata un impennata delle temperature avvertito segnatamente nei settori padani, sino a poco prima interessati dalle inversioni termiche con un fastidioso freddo umido. Nei settori alpini confinali il tempo è peggiorato nuovamente, con numerose nevicate lungo i versanti esteri, in parziale sconfinamento sui nostri settori.

Il resto dell’Italia si è accorto poco di questo passaggio frontale, Prima una risacca meridionale che ha addensato nubi lungo il versante tirrenico, poi cieli più liberi da nubi, con modesti e temporanei rinforzi del vento da nord.

Evoluzione: Per capire il cambiamento degli assetti barici a cui stiamo andando in contro, occorre puntare lo sguardo altrove, su quella che è l’attività ciclonica figlia del polo freddo canadese. Nell’ultima settimana la vasta porzione di gelo tra Canada e Groenlandia è andata progressivamente riducendosi.

Questa riduzione della massa di gelo è dovuta essenzialmente a due ragioni:

 
-Ad un parziale ricompattamento del vortice polare dopo un episodio di stratwarming che lo aveva diviso in due lobi.

-La forte attività ciclonica in sede nord atlantica sta gradualmente disperdendo e mescolando il freddo presente in eccesso in quelle zone. Questo comporta un fisiologico aumento delle temperature in quei settori.
 
L’indebolimento del polo freddo canadese rema quasi sempre a favore per una causa più invernale nel comparto europeo. I modelli in questi giorni provano a tracciare una linea di tendenza più invernale per quest’ultima decade di gennaio, con i presupposti che essa possa estendersi anche a febbraio. L’attenuazione dell’attività ciclonica nord atlantica proseguirà anche la prossima settimana, limitando di molto l’aggressività dell’anticiclone atlantico nei confronti dell’Europa.

L’alta pressione potrebbe anzi avere terreno spianato per eventuali future elevazioni verso nord, sempre più importanti. Il progressivo ritiro del freddo canadese sempre più ad ovest, poterebbe di riflesso ad iniezioni sempre più massicce di aria calda verso il nord atlantico, le quali potrebbero favorire episodi di blocking.

 Di riflesso sull’Europa potrebbe prendere piede una circolazione completamente diversa rispetto a quella avutasi sinora. Un nuovo riassetto delle figure di bassa e alta pressione su tutta Europa ed oceano, con potenziali risvolti invernali anche per l’Italia. E’ ancora presto per tracciare una linea previsionale precisa, tuttavia già da un paio di giorni i modelli vanno verso quella direzione. I tempi di realizzazione sono nell’ordine della decina di giorni, entro fine mese avremo un idea più chiara se le manovre attualmente abbozzate dai modelli matematici, avranno ragione di esistere o no.

Attualmente l’unica cosa davvero certa,  è l’indebolimento dell’anticiclone delle Azzorre. A seguito di quest’ultimo impulso nord occidentale è atteso infatti un suo graduale ritiro in pieno oceano, lontano dal continente. Si tratta del primo step fondamentale per aumentare le chances invernali Europee ed Italiane.

 
Il ritiro dell’alta pressione in atlantico favorirà per l’inizio della settimana prossima l’arrivo di aria moderatamente fredda da est, la quale introdurrà un nuovo raffreddamento della temperatura a livello italiano, prodromo delle mosse successive.
 
A fare breccia nel tessuto anticiclonico ormai indebolito, potrebbe esserci un ultima depressione che ad inizio della prossima settimana si sgancerà dalla sede groenlandese. Al momento non è ancora chiaro se questa depressione riuscirà a penetrare o meno in Europa, portando un primo guasto del tempo sino in Italia entro venerdì 27 gennaio: la saccatura figlia della bassa pressione atlantica, potrebbe fare il suo ingresso da occidente approfittando di una provvidenziale palude barica in sede Iberica. Le probabilità che questa manovra vada a buon segno sono però in calo: nella giornata di ieri (venerdì) sembrava probabile al 55%, oggi tale probabilità è già scesa al 30%. 
Spingersi oltre il giorno 26 rappresenta oggi ancora un territorio minato. Seguite gli aggiornamenti.

Autore : William Demasi