00:00 25 Gennaio 2017

PIOGGIA e MALTEMPO: arriverà il respiro dell’Atlantico?

Dopo le fredde correnti orientali, anche i venti dall'oceano proveranno a dire la loro sull'Italia...

Dopo l’egemonia dell’est, tornerà l’Atlantico? Le mappe attuali sembrano orientate verso questa ipotesi, anche se potrebbe essere solo una parentesi.

Quando si parla di correnti occidentali si sottintende un nastro trasportatore dei sistemi nuvolosi che dal vicino Atlantico si muove verso l’Europa. Esso può essere più o meno teso a seconda dell’intensità della corrente a getto portante. Se tale corrente non risulta particolarmente veloce, il flusso presenta maggiori ondulazioni e le perturbazioni sono ospitate in autentici cavi d’onda che traslano verso levante con velocità piuttosto bassa.

Se sull’Italia transitano perturbazioni di questo tipo la pioggia cade su quasi tutto il Paese, ad iniziare dalle regioni settentrionali. Le correnti risultano occidentali solo ad alta quota, mentre a media quota prevalgono correnti in genere meridionali. Se al transito frontale si associa un minimo pressorio sul Tirreno, le precipitazioni possono persistere più a lungo con tutte le conseguenze del caso. In caso di basse temperature, le regioni settentrionali possono avere anche la neve.

Può succedere che la corrente a getto portante, invece di presentare ondulazioni, scorra quasi rettilinea e ospiti perturbazioni in cavi d’onda poco accentuati. In questo caso non si ha quasi mai l’insorgenza di correnti meridionali a media quota, ma i venti restano orientati secondo il getto in quota,quindi da ovest verso est.

Se l’Italia viene interessata da una perturbazione a scarsa penetrazione, la presenza dei rilievi gioca un ruolo molto importante a causa dei contrasti poco accesi.

Le zone che riceveranno i maggiori accumuli di pioggia e/o di neve saranno quelle maggiormente esposte al flusso da ovest, ovvero quelle con i rilievi posti più ad est.

Ecco nel dettaglio le zone del nostro Paese maggiormente esposte alle correnti da ovest a media quota.

NORD I settori alpini di confine con la Francia. Su queste zone si possono avere notevoli cumulate nevose in inverno se il flusso persiste. L’alto Piemonte, l’alta Lombardia e le Alpi Carniche: su queste zone gli accumuli piovosi o nevosi difficilmente sono elevati. La Liguria orientale, soprattutto lo spezzino: anche in questo caso di tratta principalmente di piogge discontinue, che non danno grossi accumuli. L’est della Lombardia e il Veneto: qui le precipitazioni risultano molto deboli e a carattere di pioviggine, con cielo spesso brumoso.

CENTRO: La Toscana in primis. Questa è la regione che più di tutte è soggetta a piogge in caso di correnti da ovest. Nel periodo autunnale tali correnti possono causare anche nubifragi sulle coste della Versilia fino al Livornese. Il Lazio, soprattutto la parte settentrionale ed interna: anche su questa regione le piogge possono essere di una certa intensità, accompagnate anche da rovesci. L’Umbria: su questa regione prevalgono piogge in genere moderate, concentrate soprattutto in prossimità della dorsale appenninica. Le precipitazioni sono spesso accompagnate da vento forte da SW. La Sardegna nord-occidentale: qui non si hanno mai grandi accumuli, ma le piogge possono essere presenti, accompagnate da forti venti da nord-ovest.

SUD La Campania. In caso di correnti da ovest, la regione è battuta da piogge anche di una certa consistenza ed intensità, soprattutto nelle zone di Caserta ed Avellino. La Calabria tirrenica, soprattutto le zone a ridosso della Catena Costiera: qui si possono avere rovesci alternati a pause, anche se gli accumuli non sono molto elevati. In tutte le altre regioni non citate, le piogge o non si manifestano, oppure si presentano con accumuli irrisori.

Autore : Paolo Bonino